La guerra commerciale
Caos sui dazi, perché le Borse europee sono crollate. I miliardari Musk e Ackman attaccano governo Trump: “Ci sta guadagnando”
Prima un consigliere di The Donald apre alla “moratoria”, poi la Casa Bianca smentisce la notizia. La Fed convoca una riunione straordinaria: sul tavolo le prossime decisioni sui tassi di interesse

Una giornata iniziata male, un sospiro di sollievo, per poi concludersi peggio. Si può racchiudere in una frase quello che è successo ieri nelle Borse europee. Le principali piazze del vecchio continente chiudono le contrattazioni con cali record dopo aver aperto ampiamente negative sulla scia delle Borse asiatiche. Nel primo pomeriggio, però, arriva il colpo di scena: un consigliere di Trump, secondo la stampa americana, avrebbe aperto a una “moratoria” sui dazi tranne che per la Cina.
Le Borse recuperano un po’ di perdite ma alla fine arriva la smentita della Casa Bianca, che bolla la notizia come “fake news”. Il risultato? Milano chiude a -5,3%. Non sono andate meglio le cose a Parigi, il Cac 40 segna -4,78%, Londra -4,56 e Berlino -4,19. Secondo alcune stime, nella giornata di ieri i listini del vecchio continente hanno lasciato sul tappeto 890 miliardi di euro di capitalizzazione. Solo Milano, una cifra molto vicina ai 38 miliardi di euro.
Da segnalare anche un rialzo ulteriore dello spread tra i titoli di Stato italiano e i Bund tedeschi, arrivato a 125 punti, in rialzo di quasi il 6% rispetto a venerdì. Il motivo è semplice: quando c’è una crisi, i Paesi con alto debito sono quelli più a rischio. Diversi sono i motivi per questo andamento che da rally passeggero assomiglia sempre di più a una vera e propria crisi finanziaria che, giova ricordare, spesso poi si trasforma in crisi reale. Anzitutto, le Borse sono andate giù sempre in scia con i dazi annunciati e poi applicati dal presidente degli Stati Uniti.
Le cause del crollo delle Borse
Gli investitori sono prudenti e temono un acuirsi della guerra commerciale. Quando i timori prevalgono sulle aspettative ottimistiche, gli operatori economici vendono i propri asset per mantenere liquidità da destinare magari ai beni rifugio. Un’altra causa che ha gettato i mercati nel panico è stata la dura risposta della Cina alle tariffe di The Donald. Pechino, infatti, ha risposto con dazi al 34%. Un atteggiamento muscolare che ha lo scopo di mettere la Casa Bianca sul chi va là. Pur non esprimendosi mai in maniera aggressiva, i funzionari cinesi fanno sapere che risponderanno colpo su colpo all’irrazionale comportamento del tycoon.
Giusto per non farci mancare nulla, proprio ieri Trump ha attaccato la Cina: “La più grande approfittatrice di tutte, i cui mercati stanno crollando”. Non si è fatta attendere la risposta: “L’abuso dei dazi da parte degli Stati Uniti equivale a privare i Paesi, soprattutto quelli nel Sud globale, del loro diritto allo sviluppo”. Intanto la Fed ha convocato una riunione straordinaria per decidere come operare sui tassi di interesse.
Tra accuse e aspettative
Il fronte interno americano comincia a mostrare le prime crepe. La banca d’affari Jp Morgan ha innalzato la probabilità al 45% di una crisi economica negli Stati Uniti. Non solo: il numero uno dell’istituto di credito invita gli azionisti a “stare attenti” e ad aspettarsi un periodo di “forte inflazione, crisi probabile e turbolenza sui mercati”. Anche i vertici delle big tech americane cercano di attuare una sorta di moral suasion nei confronti del presidente. Molti amministratori delegati, infatti, si sono recati alla Casa Bianca per cercare di convincere Trump a prendere “una pausa” dai dazi in modo da far calmare le acque.
Sorprende, poi, il post sulla piattaforma X di Elon Musk. Il numero uno del Doge, nonché principale sostenitore dell’attuale presidente, ha ripostato un video che ritrae il celebre economista Milton Friedman che spiega l’inutilità dei dazi in un mondo dove i mercati funzionano bene. L’attacco frontale, però, è arrivato dall’investitore miliardario e gestore di Hedge Fund, Bill Ackman. Sempre sulla piattaforma X, attacca il ministro del Commercio Lutnick: “Se il mercato crolla e lui non muove un dito è evidente che ci sta guadagnando”. Da tempo si parla di “conflitto di interessi” alla Casa Bianca; fino ad ora, però, nessun investitore era uscito così chiaramente allo scoperto.
Parole che non smuovono Trump che, anzi, rilancia. “Gli Usa, maltrattati da tempo, stanno incassando miliardi di dollari a settimana dai Paesi approfittatori con i dazi già in vigore”, scrive in un post sul social Truth. “I prezzi del petrolio sono in calo, i tassi di interesse sono in calo (la lenta Fed dovrebbe tagliare i tassi!), i prezzi dei prodotti alimentari sono in calo e non c’è inflazione”.
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