A Roma l’umiliazione del ricordo
I pro-Pal sfidano i divieti e celebrano la carneficina: allarme estremisti e infiltrati
Mille agenti in campo. Attesi fino a 30mila partecipanti. Controlli ai caselli e alle stazioni. Rafforzati i servizi di vigilanza per gli obiettivi sensibili

Nella Capitale va in scena l’umiliazione del ricordo, l’esaltazione della carneficina. I pro-Pal sfidano il divieto e scendono in piazza, marciando per le strade di Roma nonostante la manifestazione non sia stata autorizzata. Un atto di prepotenza pur di esaltare la ricorrenza del 7 ottobre, una mattanza senza pietà da parte di Hamas che viene definita «la data di una rivoluzione». E vai così con il solito copione: sostenere la causa del popolo palestinese che resiste e insorge contro l’invasore e il suo Stato coloniale.
Non c’è solo il drammatico sberleffo per la celebrazione trionfante del Sabato Nero. Tiene banco anche il fattore sicurezza. L’allerta è massima, il rischio disordini è dietro l’angolo. In programma molti pullman da diverse città, da Nord a Sud. Previsti fino a 30mila partecipanti. Appuntamento alle 14 a Piazzale Ostiense, vicino Piramide. Il dispositivo di sicurezza è inflessibile: controlli fin dal mattino ai caselli autostradali e nelle stazioni. Il sindacato di polizia Coisp fa sapere che sono circa 1.000 gli agenti dedicati solo al corteo: «È una manifestazione non autorizzata. Quindi tutti quelli che scendono in piazza sono personaggi che lo fanno con il chiaro intento di violare le ordinanze». Rafforzati i servizi di vigilanza per gli obiettivi sensibili, in particolare quelli della comunità ebraica.
Sotto la lente di ingrandimento anche la Rete, specialmente la galassia anarchica e i collettivi universitari: «I social vengono utilizzati, come del resto ogni strumento informatico. Basti pensare che in alcuni casi si utilizzano persino i gruppi di gioco sulle PlayStation, che vengono chiamati lobby, per comunicare tra gruppi di estremisti». Attenzione altissima per scovare possibili infiltrati violenti. Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, è sicuro: «La situazione sarà gestita dalle forze dell’ordine con il solito equilibrio, mi fido della loro capacità di confinare in un quadro di legalità senza turbative per la sicurezza pubblica».
L’elenco di chi aderisce all’iniziativa è variegato. Organizzazioni e sigle che – in larga parte – richiamano agli ambienti dell’estrema sinistra, degli antagonisti e dei collettivi. Spiccano Cambiare rotta (l’organizzazione giovanile comunista), le femministe di Non una di meno, il Movimento No Tav, gli ambientalisti di Ultima Generazione, il Partito dei Carc, il Partito Marxista-Leninista Italiano e il Movimento per la Lega Marxista-Rivoluzionaria. Anche in alcuni licei ci si prepara alla lotta studentesca, come il Collettivo Virgilio che ha pubblicato il video di uno striscione con scritto «Israele Stato assassino» e di un’immagine del premier israeliano Benjamin Netanyahu con la stella di David data alle fiamme con un fumogeno. La tensione è alle stelle.
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