Il caos sull’Europa, i dazi e la ritirata militare americana avrebbero meritato un autentico gabinetto di guerra. O comunque di crisi. E invece no, la maggioranza decide di accendere i riflettori sulle bollette – tema pressante per gli italiani, certo, ma figlio delle incertezze di cui sopra – e di mettere sul piatto bonus e sostegni per alleggerire almeno un po’, qualche mese, le fatture di luce e gas.

Il piano

Così la premier Giorgia Meloni – cosciente anche del calo di consensi della maggioranza – al termine del Cdm di ieri ha annunciato che saranno stanziati 3 miliardi: 1,6 sarà destinato alle famiglie e 1,4 alle imprese: «Con questo intervento le famiglie con un reddito Isee fino a 25 mila euro, quindi la stragrande maggioranza, potranno contare nel prossimo trimestre su un sostegno di circa 200 euro se ne faranno richiesta. Significa che dovranno presentare il loro Isee. Il contributo salirà fino a oltre 500 euro per chi ha già i requisiti per il bonus sociale, quindi i nuclei con un Isee fino a 9.530 euro. Inoltre abbiamo prorogato di due anni l’obbligo per i vulnerabili di passare al mercato libero». A sacrificarsi saranno gli oneri di sistema sia per le piccole che per le medie imprese, che porteranno una riduzione del 20% sulle bollette. Se si arriverà, oltre a un certo prezzo dell’energia, sull’altare dello Stato si immolerà anche l’Iva, sempre con l’intenzione di destinarne l’eccesso dell’imposta alla riduzione delle bollette. Riguardo al PIL, entro pochi giorni si avranno i dati definitivi per chiudere il 2024. Per quanto riguarda il periodo 2025/26, si lavorerà a un aggiornamento delle previsioni macroeconomiche.

Il programma sul nucleare

Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha provato a rassicurare: «Noi siamo in una procedura di deficit eccessivo ma abbiamo un programma ben chiaro per uscirne. Naturalmente con delle considerazioni relative alle spese per la difesa, che riguardano non solo l’Italia ma tutta Europa». Giorgetti accenna anche la discussione sulla riduzione dell’Irpef piuttosto che sulla sua rottamazione, che rimane un obiettivo del Governo, per quanto non nell’immediato data l’incertezza del momento storico. Tra i punti dell’ordine del giorno che prova a guardare più a lunga distanza, quello sul nucleare sostenibile, con un disegno di legge delega che il ministro Pichetto Frattin auspica essere «il massimo della trasparenza e il massimo del coinvolgimento, perché l’elemento più importante è la conoscenza di che cosa è davvero il nucleare». Il provvedimento, ha spiegato Pichetto Frattin «Contiene la riforma dell’autorità di sicurezza nucleare, che naturalmente deve essere conforme agli standard internazionali, l’elaborazione di un programma nazionale per il nucleare sostenibile con gli obiettivi, le tempistiche e le strategie concentrate nell’ottica della neutralità carbonica al 2050».

L’ottimismo di Tajani

Il ddl prevede la regolamentazione dell’intero ciclo di vita degli impianti per la produzione di energia nucleare, dalla fase di progettazione a quella di sperimentazione, senza trascurare la sicurezza, lo smantellamento degli impianti esistenti e, naturalmente un’opportuna gestione del riciclo dei residui. Meloni si appella al Parlamento, fa capire che il provvedimento avrebbe una importanza capitale nell’assicurare all’Italia una sua indipendenza energetica ma con la garanzia della sicurezza, nonché dell’energia pulita e a basso costo. Consonante e decisamente entusiasta il Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani: «Questa è una giornata storica per l’Italia: con l’approvazione della legge delega sul nuovo nucleare comincia un percorso, in Parlamento e nel Paese, verso il futuro energetico sostenibile. Chiedo agli italiani di guardare a questo provvedimento con uno spirito propositivo e non pregiudiziale: di fronte non c’è il vecchio nucleare del passato, ma una fonte innovativa, pulita e sicura».

Marianna de' Micheli

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