Ha ripercorso in un tema l’esperienza vissuta durante il periodo natalizio all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli, ringraziando il personale sanitario e soprattutto “Gigi, il dottore magico” che ha ha guarito tutti i bambini con una “pozione magica, blu, luccicante e soprattutto non puzzolente come le altre medici”. Protagonista la piccola Ludovica, una bambina che vive nel nord-est Italia e che lo scorso dicembre, durante le vacanze di Natale, era a Napoli con i genitori (di origine campana).

A pubblicare il tema, su richiesta della mamma, è Vincenzo Tipo, primario del pronto soccorso del Santobono. La piccola – ricostruisce il medico – “trascorre i primi giorni in spensieratezza ma, ad un certo punto, compare la febbre: temperatura elevata, resistente ai normali antipiretici. Passa qualche giorno, compare anche una sintomatologia addominale, la bambina si sente sempre peggio; i genitori pensano anche di rientrare ma le condizioni della bambina lo sconsigliano. Cercano il contatto con un pediatra ed incontrano Margherita Iodice, che con una breve anamnesi e la lettura di alcuni esami di laboratorio, pone il sospetto di MIS-C”.

MIS-C è la sindrome infiammatoria multisistemica correlata al Covid. E’ molto diffusa tra i minori e si verifica a un’età media di 9 anni. Quasi il 50% dei casi, 45% per essere precisi, vengono a essere diagnosticati nella fascia di età che è da oggi oggetto della vaccinazione anti Covid, 5-11 anniIl 70% di questi bambini può arrivare a richiedere un ricovero in terapia intensiva.

“In breve tempo – prosegue Tipo – Ludovica si ritrova in ospedale: prelievi, flebo, terapie… un via vai di medici ed infermieri. Lei è spaventata come la sua mamma e come tutti gli altri bambini che condividono la camera. Passano i giorni, le cure sono impegnative ma , finalmente , inizia a sentirsi meglio; ricompare il sorriso e cerca di fare coraggio agli altri bimbi che sono terrorizzati dai ritmi dell’ospedale. Guarda, scruta, fa domande, è curiosa. Dopo circa 2 settimane viene dimessa e rientra nella sua casa tra i suoi affetti, i suoi amici e i suoi compagni di scuola. Ed è proprio in un compito in classe che Ludovica ha raccontato la sua favola napoletana. Per i bambini le favole sono importanti: li guidano alla scoperta del loro mondo emotivo”.

“Questa esperienza ha reso noi bambini dei guerrieri, più forti di prima” scrive Ludovica che nel tema sceglie di chiamarsi Gaia e ripercorre le settimane vissute nei reparti dell’ospedale Santobono dove ha conosciuto altri coetanei e dove definisce la sindrome che l’ha colpita “un incantesimo fatto da uno stregone malvagio molto cattivo”, ovvero il covid-19.

“Il mio ringraziamento – scrive in chiusura – va al Primario del reparto dove sono stata ricoverata e a tutti i dottori e gli infermieri che sono come il protagonista della mia favola “Persone magiche” che fanno il loro lavoro con entusiasmo e amore”.

 

 

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Napoletano doc (ma con origini australiane e sannnite), sono un aspirante giornalista: mi occupo principalmente di cronaca, sport e salute.