A Londra, nella settimana tra il 4 e il 10 aprile, una persona su due è deceduta infetta dal Coronavirus, mentre nel resto dell’Inghilterra e del Galles la statistica è di una su tre. Sono i dati allarmanti diffusi dall’Ons, l’Office for National Statistics, l’Istituto nazionale di statistica britannico.

Dati drammatici che fanno il paio con quelli diffusi dalla Johns Hopkins University americana, che accerta 130.184 casi e 17.337 morti in Gran Bretagna.

I NUMERI DELL’ONS – Ma andando ad esaminare i numeri diffusi dall’Istat britannico, la situazione sembra farsi ancora più preoccupante rispetto ai già allarmanti dati riportati dall’Nhs, la sanità pubblica nazionale. L’Ons infatti da alcune settimane sta affiancando l’Nhs sui dati del Coronavirus, calcolando su base settimanale quante persone in totale sono decedute per il Covid-19, e non solo in cliniche e strutture ospedaliere.

Così escono fuori numeri impressionanti. Tra il 4 e il 10 aprile in Inghilterra sono così morte 18.517 persone totali, ovvero per qualsiasi causa (inclusi i decessi non Covid): un numero che supera di 2.129 unità quello della settimana precedente, 8mila in più rispetto alla media degli ultimi cinque anni dello stesso periodo.

Sempre nella stessa settimana di riferimento, dal 4 al 10 aprile, nella sola Londra la percentuale di decessi dovuti al Covid è arrivata al 53%, mentre in Inghilterra e Galles la percentuale scende al 33% (ma la settimana precedente erano stati il 21% del totale).

I DATI CHE NON TORNANO – Come in Italia, dove la stessa Protezione civile ha dovuto ammettere che i numeri ufficiali sono al ribasso rispetto alla reale dimensione del problema Coronavirus, anche in Inghilterra la situazione non cambia. Se tra il 28 dicembre e il 10 aprile per il governo sono 9.288 i morti ricoverati e contagiati da Covid, per l’istituto nazionale di statistica il numero sale a 13.121, conteggiando però anche quelli deceduti in casa e strutture Rsa. Se questa tendenza sarà confermata, il numero ufficiale di 17.337 decessi dovrà essere rivisto al rialzo.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia