Il discorso è semplice. O un governo alza le tasse, o le abbassa. E questo governo ha deciso di alzarle. Prima la cedolare sugli affitti brevi era del 21%, ora sarà del 26%. Eppure hanno il coraggio di dire che è un successo. Persino Forza Italia, che in un primo momento si era impuntata dicendo che non avrebbe permesso tasse sulla casa, alla fine ha ceduto. E quindi il risultato è l’obbligo di codice identificativo per ogni affittuario, e l’aumento al 26% della tassazione dalla seconda casa. Un aumento, appunto. Come fa Tajani a esserne fiero? “Siamo molto soddisfatti anche dall’accordo trovato sulla nostra proposta – ha detto il leader di Forza Italia – di avere un codice identificativo nazionale che farà emergere il sommerso di coloro che affittano appartamenti. Quindi ci sarà trasparenza e si regolarizzerà tutto il sistema e questo porterà anche più soldi nelle casse che andranno nel fondo per ridurre la pressione fiscale”. Ora a parte che stiamo parlando di massimo 100 milioni di incasso, ma siamo sicuri che aumentare le tasse il nero anziché diminuirlo non lo farà crescere? Di sicuro aumenteranno tutti i prezzi per i clienti, e cresceranno ulteriormente anche quelli delle camere d’albergo, vi sarà qualche casa sfitta in più, si alimenterà il sommerso e i borghi delle nostre aree interne avranno qualche speranza in meno di tornare a vivere.

L’autogol sugli affitti: saliranno i prezzi per i clienti e aumenterà il nero

“Il Governo ha deciso di accontentare gli albergatori che, in preda a una sorta di ossessione, premono ogni giorno sulla politica affinché introduca misure per ostacolare i proprietari che utilizzano i loro appartamenti per locazioni brevi – ha detto il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa – Si tratta di una scelta sbagliata e che non porterà un affitto di lunga durata in più (oltre a non garantire maggior gettito)”. La cosa incredibile è che la flat tax sugli affitti fu introdotta proprio dal Governo Berlusconi come alternativa all’Irpef, ma dal 2011 non è mai stata toccata. Ci voleva un governo di centrodestra per aumentarla, e stangare il ceto medio. Cioè coloro che magari negli anni passati, quando se lo poteva permettere, ha acquistato una seconda casa al mare, e ora non potendosi più permettere la villeggiatura prova ad affittarla per brevi periodi (non essendoci, per antonomasia, studenti che cercano casa a Fregene!). Ma per Foti di Fratelli d’Italia questo è giusto: “La cedolare secca passa dal 21 al 26% per gli affitti brevi, quelli delle vacanze, quelli su cui il prezzo lo fa solo il proprietario, indipendentemente dal mercato: alza il prezzo se tira il turismo e viceversa, ma di cosa stiamo parlando…”. E chi dovrebbe farlo il prezzo, lo stato?

Che alla base di questa scelta ci sia la lobby degli albergatori lo dimostra il fatto che il ministro Santanchè ieri se ne sia subito presa tutto il merito! Ma non è l’unica tassa sulla casa. Il governo ha deciso di aumentare le tasse anche di chi possiede una casa all’estero (un lascito del sovranismo). Per quanto riguarda le case ristrutturate, le plusvalenze sulla vendita di immobili su cui sono stati fatti lavori con il Superbonus non saranno più considerate “redditi diversi”: il 26 per cento di tasse sarà calcolato sull’intera plusvalenza e non su quella “scontata” del costo della ristrutturazione. C’è poi l’addio all’Iva dimezzata per le case green.

Chi paga quota 103 per le pensioni?

Insomma, e io pago! Totò? No, il ceto medio. Quello che da questa manovra viene condannato a pagare quello che viene elargito agli altri. Chi paga quota 103 per le pensioni? I medici pensionati! In sostanza si punta a fare cassa sulle pensioni dei medici e dei dirigenti sanitari, che rientrano a pieno titolo in quel 13% di popolazione che contribuisce con le loro tasse al 60% del gettito Irpef. “Con un inaccettabile attacco ai diritti acquisiti si riducono le aliquote di rendimento dei contributi versati prima del 1996 colpendo quasi il 50% del personale attualmente in servizio con una perdita stimabile tra il 5% e il 25% dell’assegno pensionistico annuale, da moltiplicare per l’aspettativa di vita media”, hanno denunciato i sindacati dei medici. “Ancora una volta le pensioni del ceto medio verranno utilizzate solo per fare cassa e non per finanziare investimenti sul futuro”, ha detto Stefano Cuzzilla, presidente Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. “Aumentare di ben 10 punti percentuali il taglio sull’indicizzazione delle pensioni più alte metterebbe a forte repentaglio la crescita economica e civile del nostro Paese. La middle class è il pilastro del nostro sistema economico e gioca un ruolo rilevante nel rinnovamento sociale. Colpirla così duramente significherebbe voler aumentare il debito sulle generazioni future, provocare un pericoloso scollamento sociale e soprattutto disallineare il carico fiscale rispetto a quelli degli altri Paesi europei, provocando una perdita di competitività del nostro sistema economico”. Addirittura è spuntata una tassa “sui diritti di imbarco portuale e aeroportuale per passeggero non superiore a 3 euro per passeggero”. E chi viaggia di più con gli aerei? Il ceto medio!