Vanuatu è uno degli Stati arcipelagici dell’Oceano Pacifico, situato tra la Nuova Zelanda e l’Australia. Di recente il vecchio Primo Ministro, Ishmael Kalsakau, è stato sfiduciato ed è stato succeduto da Sato Kilman. Questo ha comportato una nuova volontà di revisionare un importante accordo di collaborazione tra Vanuatu e l’Australia, il quale agirebbe su diversi fronti strategici, tra cui sicurezza cibernetica ed energia. L’accordo, che necessita ancora del vaglio parlamentare, era stato siglato da Kalsakau alla luce di alcune visite fatte in Australia (prima volta per un premier vanuatiano dal 2018).

Secondo un’analisi ripresa da un articolo del Guardian, il nuovo atteggiamento riflette la volontà di rendere il paese neutrale rispetto alle influenze occidentali e cinesi cercando di massimizzare i risultati combinando i benefici di entrambe. Questo significa che l’Australia dovrà sforzarsi per preservare il proprio ruolo di potenza regionale e per costruire un nuovo equilibrio di potenza locale, spalleggiata dagli alleati nell’area inquadrati negli accordi AUKUS e Quad.

La tendenza a smarcarsi da un chiaro schieramento a favore di Cina o Stati Uniti viene confermata dalle dichiarazioni del premier delle Fiji, secondo il quale le due potenze dovrebbero evitare di polarizzare il Pacifico. Abbiamo così una serie di piccoli Stati – di certo variegato e frammentato ma potenzialmente coeso – che sembra temere una degenerazione del conflitto tra i grandi attori, preoccupandosi al contempo per alcune rilevanti problematiche come l’innalzamento delle acque marine.

Quello che è certo è che il Pacifico sarà il teatro principale delle contese e degli scontri geostrategici e geoeconomici del nostro secolo. Con gli USA percepiti come una potenza decadente dal suo apice, da oriente Cina e Russia proveranno a lottare per le rotte e le risorse naturali del vasto spazio pelagico. I primi segnali ci sono e sono preoccupanti. Potranno allora i piccoli Stati neutrali resistere all’impeto?

Leonardo Lucchesi - studente di Meritare l'Europa

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