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I fatti plateali in attesa del processo
Il rapporto tra l’Unrwa e i macellai di Hamas: tutte le accuse che disintegrano l’immunità Onu
Un gruppo di familiari delle vittime del 7 ottobre punta il dito contro l’agenzia delle Nazioni Unite: avrebbe favorito e finanziato Hamas con milioni di dollari

Lo spazio di questo articolo sarebbe insufficiente non dico per elencare, ma anche solo per riassumere gli argomenti di accusa che un gruppo di familiari delle vittime del 7 ottobre ha rivolto ai vertici dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per il sussidio dei rifugiati nel Medio Oriente. Naturalmente sono solo accuse, bisognose di accertamento processuale, per quanto in molti casi riguardino fatti plateali.
Gaza, le accuse rivolte all’Unrwa
Nel sunteggiare grossolanamente, e cioè per difetto, usiamo il condizionale, perché il nostro garantismo vale per chiunque, quindi anche per Unrwa. Che, secondo le accuse, avrebbe facilitato la costruzione di centri di comando, tunnel, bunker di Hamas sotto le sedi dell’agenzia nonché nelle scuole, negli ospedali e negli uffici che essa gestisce. I vertici dell’Unrwa avrebbero saputo che l’agenzia permetteva di costruire centri di stoccaggio e dispiegamento di armi nelle sue sedi, scuole, cliniche mediche, nei suoi uffici e magazzini. Avrebbero saputo, quei vertici, che l’agenzia permetteva l’installazione di piattaforme di lancio di razzi e postazioni di tiro per i terroristi all’interno e/o nelle vicinanze di scuole, cliniche mediche e uffici di cui aveva la proprietà o il controllo.
“Contigui ad Hamas, ostaggi torturati”
Appartenenti al personale dell’Unrwa sarebbero stati e sarebbero tutt’ora membri di Hamas e avrebbero partecipato agli attacchi terroristici del 7 ottobre. Personale dell’Unrwa avrebbe trattenuto e torturato gli ostaggi presi durante gli attacchi del 7 ottobre. L’Unrwa avrebbe consapevolmente e intenzionalmente assunto membri di Hamas per gestire e istruire il proprio personale. L’Unrwa avrebbe scelto di utilizzare libri di testo e programmi di insegnamento – approvati da Hamas – per l’incitamento e l’indottrinamento dei bambini palestinesi a sostenere e partecipare alla cultura jihadista di Hamas.
Dollari e spread
L’Unrwa avrebbe remunerato il proprio personale locale in dollari USA, in contanti, obbligandolo a rivolgersi a cambiavalute affiliati ad Hamas per ricevere la valuta locale di cui hanno bisogno per fare acquisti, generando in questo modo milioni di dollari al mese di entrate aggiuntive per Hamas grazie allo spread applicato dai cambiavalute. In questo modo, Hamas avrebbe avuto accesso alla valuta statunitense, di cui aveva disperatamente bisogno per pagare la sua rete di approvvigionamento illegale di armi.
Unrwa organizzazione terroristica?
Se anche solo una parte di queste accuse fosse fondata, apparirebbe tutt’altro che peregrina la decisione israeliana di considerare e dichiarare l’Unrwa un’organizzazione terroristica. E ci si potrebbe limitare, a questo punto, alla classica formula: “Lo dirà il processo”, cioè la corte distrettuale di New York investita della questione. Il guaio per chi ha fatto quelle accuse è che l’ONU (mamma giuridica dell’Unrwa) ha eccepito che il proprio personale godrebbe di immunità assoluta, chiedendo dunque che la Corte chiuda il caso senza neppure esaminarlo.
Si vedrà il prosieguo. C’è tuttavia da domandarsi sin d’ora se la cosiddetta comunità internazionale e gli Stati membri delle Nazioni Unite possano accettare che quelle gravissime accuse siano accantonate non perché si accerta che sono infondate, ma perché un filtro di immunità ne impedisce l’accertamento.
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