Nessun automatismo su penali nel caso non vengano rispettate le attese sulle consegne, ben 300 milioni di dosi entro giugno 2021, scadenza che vista oggi sembra improbabile da raggiungere. Non solo: un prezzo “no profit” ma solo fino a luglio di quest’anno, con la possibilità quindi di aumentare i costi entro il 20 per cento.

Sono i punti salienti del contratto firmato tra l’Unione europea e AstraZeneca, privo di omissis, pubblicato in esclusiva dalla trasmissione di Rai3 Report. Sul contratto nelle scorse settimane era andata in scena una ‘battaglia’ tra vertici europei e la casa farmaceutica inglese causato dal rallentamento nelle consegne del vaccino, col risultato di pubblicare un contratto denso di omissis: “strisce nere” che riguardavano in particolare le regole per i pagamenti, la misura economica del contratto e le scadenze per la distribuzione delle dosi.

COSTI – Ora quel contratto, firmato lo scorso agosto, è reso pubblico dalla trasmissione di Sigfrido Ranucci, che evidenzia i punti più controversi. Come rivela Report, i costi del vaccino AstraZeneca sono distribuiti tra Ue e stati membri: “Bruxelles paga 336 milioni di euro per i costi di base, che  – a quanto si evince dal contratto – sono stati integralmente versati, in due tranche, ancor prima della consegna delle prime dosi. Gli stati contribuiscono invece con circa 534 milioni, da versare alla consegna”.

Ne deriva che il prezzo per dose è di 1,12 euro a carico dell’Ue a 1,78 per gli stati membri. Attenzione però: si tratta di un prezzo “no profit” valido fino a luglio 2021, successivamente infatti la casa farmaceutica “potrà autonomamente cambiare i prezzi, a meno che non dovesse ritenere, “a sua coscienza” che la pandemia non sia finita”. Inoltre nel caso i costi per AstraZeneca dovessero aumentare entro il 20% il prezzo aumenterà automaticamente, mentre nel caso di costi inferiori alle attese una commissione istituita ad hoc, composta da rappresentanti dell’impresa e della casa farmaceutica, “potrà valutare le condizioni per un ristoro”.

CONSEGNE – Altra nota dolente sono i tempi di consegna, già oggetto di scontro tra Unione Europea e AstraZeneca. Il contratto firmato lo scorso 27 agosto prevedeva la consegna delle prime dosi entro la fine dello scorso anno: dai 30 agli 80 milioni. 

Una scadenza non rispettata, anche a causa dei tempi necessari all’Ema per approvare il vaccino britannico. Report ricorda dunque come le 300 milioni di dosi erano attese entro giugno, in un calendario così diviso: 30 a febbraio, 20 a marzo, 80 ad aprile, 40 a maggio e 60 a giugno. 

Con la riduzione dei tempi di consegna le scadenze saranno però impossibili da rispettare ma non ci sarà alcuna penale automatica secondo il contratto firmato da Bruxelles. “In caso di mancata consegna l’Ue potrà invece rompere il contratto”, spiega Report.

RISARCIMENTI  In caso di effetti collaterali del vaccino anti-Covid, l’intero carico dei risarcimenti sarà spostato sugli stati membri, “escluso il caso in cui il danno sia causato da un difetto nel vaccino derivato dal mancato rispetto da parte di Astrazeneca delle attuali buone pratiche di fabbricazione o delle normative di farmacovigilanza Ema”.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.