Preoccupano le varianti del coronavirus. E preoccupano anche in Italia: la provincia di Perugia e sei comuni in provincia di Terni sono stati messi in Zona Rossa dopo l’individuazione di casi di variante inglese e brasiliana. Oltre 500 ricoveri in Umbria a causa delle varianti. Il Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, ha firmato un’ordinanza per un nuovo lockdown a Carnevale. Astrazeneca lavora a un farmaco contro la variante sudafricana. I test preliminari sul ceppo non fanno ben sperare. Gli studi sono in corso su più fronti, la situazione ancora. Per chiarire la situazione, l’Istituto Superiore della Sanità ha risposto ad alcune FAQ sul suo sito.

LE VARIANTI – La prima a essere isolata, quella “inglese”, nel settembre 2020. Ha una trasmissibilità ed è ipotizzata anche una maggiore patogenicità. Quella “sudafricana” – isolata in Sud Africa a ottobre 2020 e in Europa a dicembre 2020 – ha anch’essa una trasmissibilità più elevata e possa resistere maggiormente ai vaccini. Si studia se possa causare un maggior numero di reinfezioni in soggetti già guariti dal contagio. La variante “brasiliana” – emersa a gennaio in Brasile e in Giappone e il 25 gennaio in Italia – sembra ricalcare le stesse caratteristiche della variante sudafricana: maggiore trasmissibilità, efficacia minore del vaccino, potenziali reinfezioni.

I virus a Rna come i coronavirus evolvono costantemente, spiega l’Iss, e infatti mutazioni costanti sono state osservate anche per il Sars-CoV-2. La maggior parte delle mutazioni non incide significativamente. Quando invece succede nella trasmissibilità e nella patogenicità, diventa motivo di preoccupazione.

L’EFFICACIA DEI VACCINI – Astrazeneca, ha fatto sapere il Regno Unito, è efficace sulla variante inglese. E infatti l’Iss precisa: “Al momento i vaccini sembrano essere pienamente efficaci sulla variante inglese, mentre per quella sudafricana e quella brasiliana potrebbe esserci una diminuzione nell’efficacia. Diversi studi sono in corso nel mondo per rispondere alla domanda”. Il Sudafrica ha infatti sospeso l’inoculazione del farmaco Oxford/AstraZeneca sostenendo che sia efficace solo al 10% sui casi di contagio lieve o moderato sulla variante sudafricana. Mancano i dati sull’impatto sui casi di contagio grave. Questi i risultati dei test preliminari, attesi oggi gli esiti definitivi.

La direttrice dell’Ema, Agenzia Europea del Farmaco, Emer Cooke, ha dichiarato che i farmaci Pfizer e Moderna “sembrano altamente efficaci contro le nuovi varianti di covid in entrambi i vaccini con Rna messaggero”. Risultati rassicuranti sulla variante inglese, più complicata invece la situazione con quelle sudafricana e brasiliana, incognite. Gli studi sono in corso su tutti i fronti. Uno studio dell’Università di Oxford asserisce una risposta immunitaria efficace di Pfizer sia sulla variante inglese che su quella sudafricana.

I FARMACI – Per quanto riguarda i farmaci in uso e in sperimentazione, sottolinea l’Iss, non ci sono ancora evidenze definitive in un senso o nell’altro. Alcuni articoli preliminari indicano comunque che alcuni anticorpi monoclonali attualmente in sviluppo potrebbero perdere efficacia. “I produttori di vaccini stanno anche cercando di studiare richiami vaccinali per migliorare la protezione contro le future varianti. A livello internazionale la comunità scientifica e le autorità regolatorie stanno monitorando attentamente come cambia nel tempo il Sars-CoV-2 (il virus che causa il Covid-19) e quanto i vaccini Covid-19 possono proteggere le persone da eventuali nuove varianti del virus man mano che compaiono”.

PROTEZIONE INDIVIDUALE – “Al momento non sono emerse evidenze scientifiche della necessità di cambiare le misure, che rimangono quindi quelle già in uso, l’uso delle mascherine, il distanziamento sociale e l’igiene delle mani. La possibilità di venire in contatto con una variante deve comunque indurre particolare prudenza e stretta adesione alle misure di protezione”, scrive ancora l’Iss sul tema delle varianti.

Articolo in aggiornamento

Antonio Lamorte

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