Sono numerosi i medici e le persone che hanno la priorità nella vaccinazione a protestare contro il vaccino AstraZeneca. Sono in parte anche medici che preferiscono quelli Pfizer o Moderna. Su questo si è diffusa molta disinformazione accentuati dai dati pubblicati dalle aziende farmaceutiche per cui si è creata confusione. “AstraZeneca non è un vaccino di serie B”, ha spiegato Andrea Gori, direttore delle Malattie Infettive del Policlinico di Milano al Corriere della Sera.

I dati hanno creato molta confusione. Per AstraZeneca l’efficacia, dopo la seconda inoculazione, nel giro di 12 settimane dalla prima, arriva all’82 per cento. Quindi inferiore a Pfizer e Moderna che superano il 95%. L’Aifa ha limitato l’utilizzo agli under 55, anche oltre le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Salute, che ha dato il via libera agli over 65. E così è successo che delle 249mila dosi arrivate in Italia, le 18mila arrivati ad esempio in Emilia Romagna sono rimaste nei frigoriferi.

Per Gori i dati sono stati male interpretati. L’infettivologo spiega infatti che se Pfizer e Moderna hanno efficacia superiore rispetto ad AstraZeneca non significa che quest’ultimo non funziona: “È un ottimo vaccino che evita la malattia – ha detto – Dobbiamo chiederci quale è la finalità di questa vaccinazione: è importante che protegga dallo sviluppo di forme gravi, quindi dalla morte e dal ricovero in ospedale. E in questo senso l’efficacia è al 100 per cento. Posso avere una forma di infezione lieve se sono sfortunato, ma non è un dramma per nessuno avere un po’ di febbre”.

E sottolinea: “Bisogna credere in questo vaccino. È l’unico che può portarci all’immunità di gregge”. Il medico spiega che è importante la vaccinazione di massa soprattutto perché solo così si potrà raggiungere l’immunità di gregge in breve tempo. A quel punto non conta più se un vaccino ha efficacia al 65% o al 95%.

AstraZeneca ha inoltre altri vantaggi che molte persone hanno sottovalutato. “Rispetto a Pfizer, ad esempio – continua Gori – ha un livello di tossicità inferiore, in particolare in occasione della seconda dose. Significa che può generare reazioni avverse minori e in molti meno casi”.

E ancora: “AstraZeneca consente di distanziare il richiamo. Se per Pfizer e Moderna è tassativa la seconda dose a 21 giorni, il vaccino inglese si potrà fare dopo 12 settimane. Importante per allargare la platea della gente immunizzata nel breve periodo. Con un’efficacia garantita già dalla quarta settimana. Per quella di Pfizer tocca aspettare una settimana dopo il richiamo, quindi quasi un mese”. Intanto in Gran Bretagna procede la grande vaccinazione di massa iniziata con Pfizer e continuata con AstraZeneca senza alcun intoppo.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.