Ilaria Salis è tornata libera. Pochi minuti fa la polizia ungherese ha lasciato il suo domicilio di Budapest, in cui l’insegnante italiana stava scontando gli arresti domiciliari in attesa di essere giudicata, togliendole il braccialetto elettronico. Era stato il suo avvocato ungherese Gyorgy Magyar a depositare la richiesta di scarcerazione subito dopo la sua elezioni con Alleanza Verdi-Sinistra alle recenti Elezioni Europee.

Ora tornerà in Italia lunedì 17 giungo, giorno del suo 40esimo compleanno. Enorme soddisfazione per il padre: “Vado a prenderla e me la porto a casa io”, ha raccontato all’ANSA. “Sono molto contento, sto cercando di organizzare il rientro il più velocemente possibile. Ho lavorato in sordina ma non ci aspettavamo che venisse liberata già oggi. E invece mi ha chiamato l’avvocato Magyar per dirmi che la polizia stava andando a liberarla. E ora vado a prenderla”.

Soltanto il 15 maggio scorso, l’attivista antifascista aveva lasciato il carcere di Budapest dopo una detenzione durata 15 mesi. Tante le polemiche che hanno accompagnato il suo provvedimento, a partire dalla pubblicazione del suo indirizzo. Nell’anno e mezzo di reclusione, la donna 39enne cresciuta a Monza aveva continuato a tenere degli appunti sullo stato della sua detenzione e sulle condizioni tremende a cui è sottoposta.

Il racconto della detenzione

Il giorno peggiore è stato quando ho saputo che non potevo comunicare con nessuno, nemmeno con lamia famiglia. Avevo una sola ore d’aria al giorno, il tempo non passava mai. Ero sola, rinchiusa e senza contatti. Non avevo nemmeno un orologio. Poi le cose cambiano, ci si abitua, si trova un modo per sopravvivere”. Aveva parlato anche dei domiciliari definendoli come un “pozzo”: “anche trovarsi ai domiciliari all’estero in un processo in cui si rischiano 24 anni di carcere. Il percorso non è ancora concluso”. Il padre le è stato sempre vicino: “Mi ha fatto avere due libri, l’Inferno e il Purgatorio di Dante, contrassegnati dalle mie note. Poi fogli su cui ho scritto molto”.

Poco prima delle elezioni aveva ribadito i suoi progetti a Bruxelles: “Sono un’insegnante precaria e militanteantifascista, mi voglio battere per il diritto all’istruzione, i diritti dei lavoratori e dei precari, per contrastare le destre radicali e ogni forma di intolleranza”.

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