Questa mattina Federico Bianchi di Castelbianco, editore dell’agenzia di stampa Dire, ha ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. La misura arriva dopo le indagini svolte nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma su una presunta corruzione nell’affidamento di appalti al ministero dell’Istruzione per un valore di 23 milioni di euro. Agli arresti domiciliari sono finite altre due persone. I reati contestati sono concorso in corruzione e rivelazione e utilizzazione del segreto istruttorio.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti sarebbero diversi gli episodi corruttivi che ruotano intorno all’ex Capo dipartimento del ministero dell’Istruzione, Giovanna Boda, che già lo scorso aprile è stata al centro di un’inchiesta dalla Procura della Repubblica di Roma per una ipotesi di corruzione. L’ex dirigente del Miur che ha tentato di suicidarsi dopo essere finita in un improvviso shitstorming mediatico-giudiziario è viva, dopo aver lottato tra la vita e la morte.
Oltre alle tre misure cautelari disposte dal gip di Roma, è stato disposto anche il sequestro preventivo di circa 340mila euro nei confronti dell’ex dirigente del ministero Boda che nell’inchiesta risulta indagata per corruzione. Boda, in base a quanto emerso dalle indagini del Nucleo Valutario della Guardia di Finanza, avrebbe ricevuto almeno 500 mila euro dall’imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco, in cambio di informazioni privilegiate in merito alle gare d’appalto per un valore di circa 23 milioni di euro.
L’inchiesta, condotta dal sostituto Procuratore Carlo Villani, è partita da una segnalazione per movimenti bancari sospetti.
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