Perquisizioni e caccia a chat e video. La Procura di Roma dispone una ampia attività istruttoria nell’indagine sul tragico incidente di Casal Palocco costato la vita a Manuel, il bimbo di appena cinque anni. I pm di piazzale Clodio vogliono accertare in quale contesto si è consumato lo schianto tra il Suv Lamborghini e la Smart. Per questo hanno affidato una consulenza sui telefonini dei cinque ventenni che erano a bordo del bolide blu: auto che era stata presa in affitto da alcuni giorni forse per realizzare una sfida social da postare nella piattaforma utilizzata dal collettivo Theborderline per le sue ‘performance’ seguite da oltre 600 mila followers.

L’obiettivo degli inquirenti è in primo luogo quello di verificare se sul cellulare di Mattia Di Pietro, il ventenne indagato che era alla guida e a cui sono contestati l’omicidio stradale e le lesioni, ci siano video girati nella fase precedente, durante o anche successiva all’impatto. Al consulente il pubblico ministero titolare del fascicolo, coordinato dall’aggiunto Michele Prestipino, chiede però anche altro: un’analisi approfondita anche dei telefoni delle altre persone, tre ragazzi e una ragazza, che erano a bordo. Nei dispositivi mobili si cercano le chat, i messaggi, intercorsi tra i ragazzi o dialoghi utili alle indagini per ricostruire quanto avvenuto mercoledì intorno alle 16 in via di Macchia Saponara, nel quadrante sud della Capitale.

Secondo alcuni testimoni oculari, infatti, anche dopo il tragico scontro alcuni dei ragazzi avrebbero continuato a riprendere con le videocamere dei cellulari, scatenando la reazione delle persone accorse a prestare aiuto. Ma l’attività degli inquirenti non si ferma a verifiche solo di natura tecnica. Sono state infatti disposte una serie di perquisizioni: nell’abitazione dell’indagato, nel cui sangue sono state trovate tracce di cannabinoidi e non è escluso che l’attività sia legato a questo, ma anche nella sede della società TheBorderline, di cui Di Matteo era a capo del Cda e che aveva un fatturato annuo di circa 190 mila euro.

Inoltre, sono proseguite, per tutta la giornata, le audizioni delle persone informate sui fatti. Ascoltati anche alcuni appartenenti al collettivo che però non erano a bordo dell’auto quel pomeriggio. In calendario, appena le condizioni lo renderanno possibile, anche la convocazione per la mamma del piccolo, che ieri ha lasciato l’ospedale Sant’Eugenio dove era stata ricoverata.

Intanto, la legale della famiglia, Ilaria Mistretta, ha chiesto con una diffida inviata ai “sensi della normativa della privacy, della carta di Treviso e del codice di deontologia dei giornalisti a rimuovere e non pubblicare qualsiasi immagine e/o riferimento anagrafico del minore e della sua famiglia da qualsiasi articolo o servizio giornalistico” riguardante la vicenda. I familiari, inoltre, attendono la restituzione della salma per potere procedere con i funerali. Le esequie arriveranno dopo il nulla osta della Procura che ha disposto l’autopsia.

Si indaga, infine, per compredere appieno le cause del decesso: la morte del piccolo è stata, infatti, dichiarata circa una ora e mezza dopo l’incidente, dopo il drammatico tentativo di salvargli la vita messo in atto dal personale del 118.

Redazione

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