Trascinata per i capelli e presa a pugni in pieno volto. E’ quanto successo nella serata di mercoledì 3 gennaio ad una infermiera in servizio all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, comune in provincia di Napoli. La professionista, che ha postato sui social le foto delle ferite, ha riportato la rottura di un dente e ferite al naso.

Stando a una prima ricostruzione, l’aggressione è avvenuta dopo che due infermiere hanno chiesto di lasciare la sala d’attesa troppo affollata, scatenando la reazione violenta e immotivata dei familiari di una paziente. Nel referto completo, denunciato dalla stessa infermiera, si legge: frattura dell’incisivo superiore destro mediale, l’infrazione delle ossa nasali, una ferita lacero contusa al labbro superiore, suturata con un punto riassorbibile, una vistosa tumefazione al lato destro del volto, una lombalgia post traumatica e un severo stato di agitazione psicomotoria. Sono 25 i giorni di prognosi. Sulla vicenda indagano gli agenti del commissariato di polizia di Castellammare di Stabia, che stanno identificando il responsabile.

“Siamo stanchi delle violenze chiediamo l’immediata attivazione del drappello di polizia all’interno del presidio” commenta il direttore generale dell’Asl Napoli 3 Sud, Giuseppe Russo. “Arrivati a questo punto la militarizzazione degli ospedali e’ l’unica strada percorribile. Ogni giorno gli operatori sanitari raggiungo il posto di lavoro per curare e non certo per rischiare la vita. Naturalmente, nel percorso giudiziario che seguira’ questo atto di violenza, come azienda ci costituiremo parte civile” aggiunge.

“Ennesima, grave, aggressione all’ospedale di Castellammare di Stabia dopo pochi giorni quella dell’ospedale San Paolo a Napoli”. La Uil e la Uil Fpl, con Giovanni Sgambati e Nicola Di Donna, segretari generali campani, ritengono che “non siano più sufficienti le denunce fatte in questi mesi. E’ necessario intervenire con presidi di forze di polizia perchè quando sono presenti attenuano di molto le aggressioni. Ma va anche presa una decisione da un punto di vista parlamentare per inasprire le pene per le aggressioni agli operatori sanitari. Medici e infermieri sono stufi. Dopo questi anni di Covid la ripresa di questa escalation di violenze è assolutamente insopportabile”. Secondo Sgambati e Di Donna “c’è la necessità di coprire i troppi vuoti di organico. Anche questo aspetto determina un allungamento dei tempi nel ricorso alle prestazioni sanitarie e accresce la tensione”.

Redazione

Autore