In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale (AI) sta rimodellando il nostro mondo, la privacy diventa un tema cruciale: per questo abbiamo dialogato con Max Schrems, il noto attivista per la Privacy e fondatore della no-profit NOYB, per sondare il suo punto di vista sull’impatto delle normative sulla privacy nello sviluppo e nell’uso dell’AI. Abbiamo chiesto a Schrems come le future regolamentazioni sulla privacy potrebbero impattare l’uso dell’AI, in particolare per la raccolta e l’utilizzo dei dati personali. La sua risposta è stata chiara: “Il GDPR è ‘tecnologicamente neutro’ e richiede che qualsiasi sistema segua principi di base, come ad esempio avere una base legale per raccogliere i dati delle persone e garantire che i risultati siano accurati”. Con un importante caveat: “Se un sistema AI è addestrato con dati ottenuti da uno strumento di scraping illegale o da un broker di dati non autorizzato, si ha un problema. Lo stesso vale se il tuo AI risponde con ‘allucinazioni’ (dati inventati, ndr), ad esempio sullo stato finanziario di una persona”.

Sulla questione del bilanciamento tra innovazione nell’AI e la protezione della privacy, Schrems offre una metafora incisiva: “Penso che dobbiamo allontanarci dalla narrazione che l’utilizzo di sempre più dati personali per affari sia ‘innovativo’. Il GDPR può essere visto come la normativa edilizia: si limita a stabilire cose come ‘quanto in alto puoi costruire’, ma principalmente assicura che gli edifici non crollino”. Riguardo alle sfide etiche nell’AI, Schrems sottolinea: “Sulla privacy: dobbiamo garantire che si possa avere una copia completa dei propri dati, correggere gli errori e diritti simili”. Riconosce certamente che esistono difficoltà tecniche, in particolare con le reti neurali, nella correzione dei contenuti dopo la parte di addestramento, ma questo non deve andare a discapito dei diritti delle persone.

Dagli occhi di Schrems, la AI – una delle tecnologie più rivoluzionarie del nostro tempo – dovrebbe essere sviluppata e utilizzata tenendo conto della tutela della privacy, e l’innovazione deve andare di pari passo con la responsabilità e il rispetto dei diritti fondamentali. Senza se e senza ma, parrebbe: “Se è vero (che non si può modificare i dati in una rete neurale dopo l’addestramento ndr), allora, semplicemente, non puoi elaborare dati personali con tali sistemi”.

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Professore a contratto (in Corporate Reputation, in CyberSecurity e in Data Driven Strategies) è Imprenditore, ha fondato The Fool, la società italiana leader di Customer Insight, co-fondato The Magician un Atelier di Advocacy e Gestione della Crisi, ed è Partner e co-fondatore dello Studio Legale 42 Law Firm. È Presidente di PermessoNegato APS, l'Associazione no-profit che si occupa del supporto alle vittime di Pornografia Non-Consensuale (Revenge Porn) e co-fondatore del Centro Hermes per la Trasparenza e i Diritti Digitali. È stato Future Leader IVLP del Dipartimento di Stato USA sotto Amministrazione Obama nel programma “Combating Cybercrime”, conferenziere, da anni presenta "Ciao Internet!" una seguita video-rubrica in cui parla degli Algoritmi e delle Regole che governano Rete, Macchine e Umani. Padrone di un bassotto che si chiama Bit, continua a non saper suonare il pianoforte, a essere ostinatamente Nerd e irresponsabilmente idealista.