"Una gestione scriteriata"
Intervista a Elio Vito: “Diciamo addio al polo a trazione sovranista”
Elio Vito non vuole passare per bastian contrario. Né da primo della classe. Ma lui, che dal 1992 sta in Parlamento, che si sarebbe andati a sbattere, con il muro contro muro, lo aveva detto per primo. Non ha nascosto di non condividere certe derive di Forza Italia e della coalizione ma ieri, sotto i riflettori del Quirinale, sulla Casellati ha detto un no chiaro e tondo. Al metodo e dunque nel merito, affrontando le reprimende dei colleghi di partito. Quando però sullo scoglio dei 71 franchi tiratori si è infranto il disegno di andare alla conta propugnato da Salvini, i fatti si sono incaricati di restituire ragione all’eterno ragazzo, azzurro come il suo Napoli.
La chiamano spirito libero, hanno ragione?
Sono da 28 anni nella stessa dimora: prima nei radicali, poi in Forza Italia. Non ho mai avuto altre case. Ma sono uno spirito libero, e me ne faccio un vanto, come mi ha insegnato ad essere Marco Pannella.
E in questo centrodestra come ci sta?
Io credo di interpretare lo spirito originario con cui è nata Forza Italia nel 1994: un grande partito liberale riformatore, libertario, aperto, antifascista, garantista, attento ai diritti civili. E invece vedo che molti oggi vivono Forza Italia come un rifugio per conservatori incalliti, per niente attento ai diritti civili, per niente attento alle politiche sociali…
Tutto va bene ma sulle politiche sociali, forse non è mai stata il riferimento.
E invece sbaglia. Noi prendevamo il voto popolare delle nostre città, le élites industriali non ci hanno mai votato, gli operai delle borgate sì, eccome.
Votano i grandi elettori, adesso. E sulla Casellati il centrodestra ha sbagliato tutto.
I franchi tiratori che ci sono stati non ce l’avevano con la persona della presidente del Senato. Ce l’avevano con la gestione che sulla questione Quirinale stanno portando avanti Salvini, Meloni e Tajani. Una gestione scriteriata.
Li boccia tutti e tre.
Ogni giorno portano a sbattere le nostre personalità più autorevoli: Pera, Moratti, Nordio, adesso anche Casellati. Senza comprendere che in una situazione del genere, in cui nessuno dei due schieramenti ha la maggioranza assoluta, l’unica soluzione è trovare un accordo su una delle tante figure istituzionali che nel nostro Paese ci sono.
Per esempio?
Ci sono una decina di nomi che possono interpretare egregiamente questo ruolo di garanti di tutti, senza essere schiacciati sul centrosinistra. Continuare a bruciare nomi significa incaponirsi sui propri nomi, come ripeto: di alte personalità, sì, ma che senza il consenso del centrosinistra si mandano a sbattere senza alcun senso.
E lo ha detto pubblicamente anche a loro.
E certo. Io sono franco, ma non tiratore. E l’ho detto personalmente alla presidente Casellati, che conosco personalmente da più di trent’anni. Le ho detto che non si può andare allo sbaraglio per fare una conta o alzare una bandiera senza alcun consenso preventivo dell’altra parte.
È un problema di metodo, soprattutto.
Assolutamente. Sono nomi veri, bei nomi. Ma che buttati lì per fare prove muscolari senza consenso servono solo ad essere bruciati e a prendere tempo. In questa situazione nessuno, centrodestra e centrosinistra, ha i numeri per eleggere da solo il capo dello Stato. Dunque bisogna fare un accordo.
Sembra elementare, ma c’è chi non l’ha capito.
Io sono in Parlamento dal 1992, non avevo mai visto fare tanti errori come adesso. E credo che bisogna trarre qualche conclusione, se nei momenti di maggiore delicatezza si viene mandati a sbattere così. Ma mi faccia dire anche un’altra cosa.
Vuole peggiorare la sua situazione? Gliene sta cantando già tante.
Voglio dire che non è neanche vero che “adesso tocca al centrodestra” perché ha sempre eletto il Presidente il centrosinistra. Non è vero. Forza Italia si è posta in continuità con le forze storiche di questo Paese. Al di là degli aspetti peculiari di ciascuno, Forza Italia raccoglie l’eredità di decenni di presidenti della Repubblica. Io rivendico Luigi Einaudi ma anche Gronchi, Saragat. Perfino il riformista Pertini. La nostra storia si richiama a loro. Porsi in discontinuità con la storia mi pare sia un errore importante. È assolutamente sbagliata quella ricostruzione. Invece oggi si dice che abbiamo avuto tutti presidenti comunisti, che la sinistra ha sempre occupato il Quirinale. Ma quando mai?
Questa sconfitta ha un colpevole, più di altri?
È una sconfitta, quella delle votazioni di oggi (ieri, ndr) che ha tre nomi: Salvini, Meloni e Tajani. Hanno insistito tutti e tre. Il nostro coordinatore si è intestato l’aver messo in corsa l’azzurra Casellati, ed ecco com’è finita. Stanno portando allo sbaraglio delle personalità d’area che avrebbero meritato tutt’altro trattamento.
È la fine della trazione sovranista del centrodestra?
Credo sia l’occasione per rivedere profondamente l’identità del centrodestra. Parliamo dall’inizio della legislatura dell’unità del centrodestra, poi nei momenti topici il centrodestra corre disunito. Prima la Lega ha fatto il governo con i Cinque Stelle, con Forza Italia e Fratelli d’Italia all’opposizione. Poi Lega e Forza Italia con Draghi e Fdi all’opposizione. Noi azzurri però sempre più siamo subalterni agli altri due.
Ed è ora di invertire la rotta?
All’assemblea del gruppo l’altro giorno ho svolto un intervento per chiedere che Forza Italia non rinunci più ai suoi princìpi e alla sua identità, come abbiamo fatto in questi anni.
Perché Berlusconi ha fatto il passo indietro?
Ha subito una campagna eccessiva nei toni, il muro del centrosinistra e l’accoglienza che ha ricevuto lo hanno amareggiato. Lui vorrebbe unire e mai dividere.
E adesso che succede?
Le delegazioni si sono incontrate, l’incontro tra Letta, Salvini e Conte potrebbe essere stato utile a definire una soluzione. Perché come dicevo, bisogna trovare una mediazione e smetterla con le conte.
La sua terna?
Il presidente Mattarella, che si è dichiarato però poco disponibile. Il presidente Draghi, che però apre una serie di scenari concatenati per la successione al governo e la redistribuzione dei ministeri. E infine una terza ipotesi che vedo crescere, dietro le quinte.
Non si faccia pregare, Vito. Chi è la carta coperta?
Oggi viene eletto il nuovo Presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato. E io dico che può essere eletto in questa stessa giornata Presidente della Repubblica. Eleggere il magistrato più alto per rimettere mano ai gangli dello Stato che non funzionano. A partire dalla giustizia, problema numero uno.
Tra l’altro se si andasse al voto anticipato nel 2022 salterebbero i referendum
È il motivo per cui sono contrario ad andare subito a elezioni. Perché i referendum sulla giustizia vanno fatti, così come quelli su cannabis ed eutanasia. In questa legislatura si sono fatte riforme sulla giustizia ma non abbastanza. I referendum faranno capire al ministro che bisogna avere più coraggio.
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