Lotta alle diseguaglianze, tassazione più equa, difesa dello Stato di Diritto, parità di genere, Green Deal ed emergenza climatica. Sono le priorità elencate da Sergei Stanishev,  da dieci anni alla guida del Partito del Socialismo Europeo. In una intervista a tutto campo all’Avanti! della domenica punta su due concetti chiave: se gli Stati membri agiscono uniti, ottengono più risultati, come hanno dimostrato reagendo alla pandemia con una politica più solidale e meno austera, grazie anche al lavoro dei socialisti europei. E la socialdemocrazia è tutt’altro che in declino: le vittorie in Italia, Spagna, Portogallo, Finlandia e Svezia ne sono la dimostrazione. Il PSE, di cui il Psi è fondatore, in questi anni si è rafforzato grazie al coordinamento tra i partiti membri. Le elezioni Italiane saranno un momento importante per tutta l’Europa.

Nell’ultimo biennio l’Europa ha recuperato un inaspettato protagonismo: dalla reazione forte alla crisi pandemica con il Next Generation EU – il più grande piano di aiuti economici che si ricordi, superiore persino al Piano Marshall – alla reazione compatta all’invasione russa dell’Ucraina con i vari pacchetti di sanzioni. Qual è stato il ruolo del Pse in queste importanti sfide?
Non è solo l’Europa ad aver recuperato il suo ruolo, ma anche la solidarietà europea. Nessuno avrebbe potuto prevedere lo scoppio della pandemia o la brutale invasione dell’Ucraina da parte della Russia. È il modo in cui noi abbiamo reagito come europei che è importante. Lavorare insieme in modo solidale: questo è il cuore del socialismo e della socialdemocrazia ed è ciò che ha guidato la nostra azione a livello europeo. I socialisti e i socialdemocratici hanno spinto con forza per NextGenerationEU allo scopo di proteggere le vite e i posti di lavoro di tutti i cittadini dell’UE. Eravamo determinati ad assicurarci che l’Europa evitasse gli errori commessi nel 2008, e ci siamo riusciti. La politica
dell’UE è stata quella della solidarietà, non dell’austerità. La solidarietà deve rappresentare anche il futuro dell’Europa. Ad esempio, non saremo in grado di affrontare la crisi climatica se non agiamo insieme. Abbiamo spinto per il Green Deal europeo e ora stiamo lavorando per accelerare quella transizione. Per la nostra famiglia politica, il potere e il valore dell’Unione Europea e del lavorare insieme non sono mai stati così evidenti. Abbiamo dimostrato che quando siamo uniti come europei, siamo in grado di ottenere più risultati che se agissimo da soli come nazioni separate.

 Quale può essere una risposta economica alle diseguaglianze che si sono acuite con la pandemia?
Le disuguaglianze all’interno delle società e anche tra le società rappresentano il deficit principale dell’Europa. Per affrontarle dobbiamo riorientare la politica economica verso la promozione del progresso sociale, e questo richiede politiche fiscali flessibili, responsabili e
che promuovano gli investimenti. Dobbiamo investire nel capitale umano non solo per affrontare le disuguaglianze esistenti, ma anche per garantire alle persone un futuro sostenibile. Il cambiamento climatico e la transizione digitale sono una grande sfida per l’Europa e per il mondo. Per promuovere l’uguaglianza abbiamo bisogno di investimenti negli alloggi, nelle infrastrutture digitali, nell’istruzione e nell’apprendimento permanente. Credo anche che un ruolo importante vada svolto da una tassazione equa. La ricchezza non può essere accumulata nelle mani di pochi: abbiamo bisogno di sistemi fiscali ridistributivi. Dobbiamo tassare le multinazionali e porre fine all’evasione e alla frode fiscale, perché ogni euro che perdiamo a causa di queste attività illecite avrebbe potuto essere investito a beneficio di tutti.
Sono orgoglioso di far parte del partito europeo che è pronto a combattere queste battaglie, che è a favore del progresso e contro l’austerità, e che possiede una visione e dei valori sostenibili.

 La guerra in Ucraina ha rafforzato la necessità di una autonomia strategica dell’Unione Europea, pur rimanendo dentro l’alleanza atlantica senza dipendere da questa. Cosa farà il PSE per far si che l’Europa si doti di una politica estera e di difesa comune?
Il PSE condanna nei termini più assoluti l’attacco ingiustificato della Russia contro l’Ucraina. Siamo al fianco dell’Ucraina e chiediamo il ritiro immediato delle forze russe dal paese. Vogliamo che questa guerra finisca. Finché ciò non avverrà, continueremo a esercitare la massima pressione diplomatica e a imporre sanzioni contro i responsabili in Russia. La nuova realtà che abbiamo davanti ci impone di pensare in modo più strategico alla nostra Unione, inclusa certamente la politica estera e di difesa. Ad esempio, la nostra famiglia politica è stata in prima linea per quanto riguarda la Bussola Strategica, il piano d’azione per rafforzare la politica di sicurezza e di difesa dell’UE. Ma tutto questo riguarda anche altri settori, come la sicurezza delle catene di approvigionamento o il piano REPowerEU dell’UE per ridurre la dipendenza dall’energia russa. Anche in questo caso, socialisti e socialdemocratici sono al primo posto nel guidare l’azione dell’UE. Come già detto, si tratta di lavorare insieme come Stati membri per il bene di tutti i cittadini.

 I tre partiti italiani che si ispirano al socialismo europeo, Pd, Art 1 e Psi – quest’ultimo ne è fondatore – stanno mettendo in campo progetti comuni e programmi attorno ai valori dell’uguaglianza, della giustizia sociale, dei diritti sociali e civili per tutti. Con quali priorità i tre partiti dovranno avviarsi verso le elezioni politiche dopo i due eventi traumatici come guerra e pandemia globale?
Seguiremo con attenzione le elezioni politiche in Italia. È un momento importante, non solo per gli italiani ma per tutti gli europei. Vogliamo davvero che gli elettori europeisti e progressisti si presentino in forze alle urne. L’estrema destra deve essere sconfitta e il campo progressista del centro-sinistra deve prevalere. In Italia, come in altri luoghi, i partiti che si concentrano sul raggiungimento degli stessi obiettivi stanno lavorando insieme. Noi sosteniamo questa scelta, in quanto rafforza il centro-sinistra e apre la porta a un cambiamento positivo. La situazione attuale è dura per molti cittadini. I prezzi dei prodotti alimentari sono in aumento, l’energia è sempre più costosa, e le nostre economie non si sono ancora riprese del tutto. Sarà quindi importante concentrarsi su politiche che migliorino la vita delle persone, in particolare di quelle più svantaggiate: questo è il messaggio che gli elettori devono sentire.

Il PSE si batte da sempre per mettere in campo una strategia per raggiungere l’uguaglianza di genere e superare il divario di genere in termini retributivi, pensionistici e l’equilibrio nelle posizioni apicali e nei processi decisionali. Quali sono
gli impegni futuri che il Pse metterà in campo per raggiungere questi obiettivi?
Qualsiasi forma di discriminazione è inaccettabile nelle società europee al giorno d’oggi. Purtroppo, oggi le donne si trovano ancora ad affrontare molte disuguaglianze. Siamo determinati a cambiare questa situazione. La Strategia Europea per la Parità di Genere è una politica del PSE che è stata messa in atto da socialisti e socialdemocratici all’interno della Commissione Europea. Stiamo lottando per porre fine ai divari retributivi e pensionistici, per combattere le molestie sessuali e la violenza di genere e per garantire che ogni individuo abbia accesso ai propri diritti sessuali e riproduttivi. Crediamo in una società in cui donne e uomini godano dello stesso equilibrio tra lavoro e vita privata e possano partecipare in egual misura alla vita politica, in cui ogni donna abbia il diritto di fare carriera e ogni uomo abbia il diritto di crescere i propri figli e prendersi cura della propria famiglia. Come stiamo vedendo negli Stati Uniti, i progressi compiuti fin qui possono essere rapidamente cancellati, per questo è importante continuare a lottare. Siamo orgogliosi di avere un’organizzazione femminile molto attiva all’interno del PSE. PES Women riunisce un gruppo ampio all’interno della nostra famiglia politica allo scopo di condurre diverse campagne e siamo molto lieti di promuovere il loro lavoro.

Qual è il futuro del partito del socialismo europeo? Quali sono le criticità da superare e i valori da rafforzare?
Qualche anno fa, in molti prevedevano il declino della socialdemocrazia. Abbiamo dimostrato che si sbagliavano. Si pensi alle diverse vittorie importanti che abbiamo ottenuto in Italia, in Spagna, in Portogallo, in Finlandia, in Svezia, nelle elezioni europee e in innumerevoli regioni e città. Credo si debba guardare soprattutto a ciò che la nostra famiglia politica ha ottenuto in termini di miglioramento della vita dei cittadini. I partiti e i leader appartenenti al PSE sono stati cruciali nel portare avanti i principali progressi europei: il Green Deal, il Pilastro Europeo
dei Diritti Sociali, il Next Generation EU per combattere l’impatto della pandemia, il Nuovo Patto sulla Migrazione, il Piano d’Azione per l’Integrazione e l’Inclusione, la Strategia per la Parità di Genere, la Strategia per l’Uguaglianza LGBTI e il Fondo per una Transizione
Giusta, solo per citarne alcuni. Per me, quindi, il futuro del PSE è incoraggiante: ovunque i cittadini ci abbiano dato fiducia, abbiamo portato miglioramenti concreti e positivi nelle loro vite, anche nelle condizioni più difficili. Abbiamo un ottimo coordinamento tra i nostri governi e tra i nostri partiti, e ciò contribuisce a questo circolo virtuoso. Penso che sia necessario continuare su questa strada, e vorrei sottolineare in particolare cinque questioni. Prima tra tutte, la difesa della democrazia, della libertà e dello stato di diritto in UE e in tutto il mondo. Seconda, la lotta per l’uguaglianza sociale ed economica nelle nostre società. Terza, l’emergenza climatica e il Green Deal, che bilancia l’imperativo ecologico con la giustizia sociale. Quarta, la lotta per la parità di genere e la fine di ogni forma di discriminazione. E quinta, la necessità di lavorare in favore di politiche che mettano il benessere dei cittadini al centro dei processi decisionali. Stiamo lavorando per questi obiettivi a tutti i livelli di governo. Abbiamo recentemente concluso un’ampia consultazione dei cittadini europei nell’ambito della Conferenza sul Futuro dell’Europa. In questi tempi difficili, e alla luce delle conclusioni della Conferenza, è molto importante garantire che l’Unione Europea, le sue istituzioni e le sue strutture abbiano tutti gli strumenti necessari. Dobbiamo essere aperti ad adottare cambiamenti coraggiosi, compresa una potenziale riforma dei trattati, per assicurarci che l’Europa sia equipaggiata per fornire soluzioni progressiste alle sfide del nostro tempo.