Secondo l’Ocse il coronavirus è “il più grande pericolo” dai tempi della crisi finanziaria. Un pericolo non solo Italiano ma mondiale, “una minaccia senza precedenti”. In questo scenario non sono confortanti i dati Interim Economic Outlook, che tiene conto dell’impatto legato al virus, il nostro Pil scenderà dallo 0,2% del 2019 allo 0% nel 2020, una stima tagliata di 0,4 punti rispetto alla precedente stima di novembre. L’organismo internazionale con sede a Parigi prevede invece uno 0,5% per il 2021, invariato rispetto a novembre.

Nemmeno i dati Istat sono più positivi. Nel 2019 il Pil italiano è aumentato dello 0,3 %, la crescita più bassa dal 2014. L’Istituto parla di un “marcato rallentamento” rispetto alla crescita dello 0,8% del 2018. Il dato del 2019 è comunque al di sopra del +0,2% della stima preliminare dell’Istat, e del +0,1% previsto dal Governo. Se il la crescita del Pil è minima, cresce invece la pressione fiscale. Per l’Istat sale dal 41,9% al 42,4%, il dato più alto, secondo solo al 42,9% del 2015.

Secondo l’Istat, il rapporto deficit/Pil del 2019 è risultato pari all’1,6%, in netto calo rispetto al 2,2% del 2018, e molto inferiore rispetto al 2,2% previsto dalla Nota di aggiornamento al Def. Il miglioramento, pari a circa 9,5 miliardi di euro, porta il deficit/Pil al livello più basso dal 2007, quando era stato dell’1,3%. Il rapporto fra debito pubblico e Pil nel 2019 è rimasto stabile al 134,8%, permanendo sui massimi storici segnati nel 2018 e 2016. Il governo, nella Nota di aggiornamento al Def, aveva previsto un livello pari al 135,7%.

 

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