L'evento
Italia e Usa alla Link Campus University: la cena di gala Niaf-AmCham

A Washington la tensione sale alle stelle. Il divorzio tra Donald Trump e Elon Musk getta nel panico il mondo repubblicano e conservative tra le due sponde dell’atlantico. In Italia se ne parla, e tanto, tra i tavoli della grande cena di gala che ha ospitato la sera del 5 giugno l’Università degli studi Link di Roma. Ammantata di bandiere Usa e italiane appaiate, il palazzo seicentesco che ospita l’ateneo diretto dal Rettore più giovane d’Italia, Carlo Alberto Giusti – un comparativista che vive e lavora sempre in volo tra Italia e Stati Uniti – accoglie duecentocinquanta persone. È il patron, Pietro Luigi Polidori a fare gli onori di casa. Arriva il senatore di Fdi, Marco Scurria.
C’è il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli. Ci sono esponenti della Lega e di Forza Italia. Una trentina sono esponenti delle imprese americane, perlopiù impegnati tra American Chamber e Niaf. Le due sigle sono state protagoniste di una serata d’altri tempi: musica dal vivo a ritmo di blues e jazz, qualche assaggio di cucina americana e una gamma di eccellenze del territorio a far da contesto per il dialogo che si infittiva, tra i tavoli. «Pare addirittura che Musk voglia fare un nuovo partito», ripetono tanto gli americani quanto gli italiani. Francesco Rocca, Presidente della Regione Lazio, è ospite d’onore e riceve un premio sul palco. Stefano Lucchini, Chief Institutional Affairs and External Communication Officer di Intesa Sanpaolo, si muove con disinvoltura tra i tavoli dei commensali: è da un anno il presidente dell’American Chamber of Commerce in Italy, istituzione non-profit affiliata alla Chamber of Commerce di Washington DC, network di 117 Camere di commercio americane in 103 Paesi con oltre 3 milioni di imprese associate.
Riceve anche lui un premio per l’attività di autentico ponte tra America e Italia. Dopo Lucchini è la volta di Robert Allegrini, Presidente e Ceo della Niaf. E di John Calvelli, Chairman del Board della Niaf. Dietro le quinte – cercando di capire dove andrà l’amministrazione americana, nella tumultuosa giostra a cui ci sta abituando Trump – parlano tra loro Simone Crolla, Managing director di AmCham e Ernesto Di Giovanni, del Transatlantic investement commitee. C’è anche Joseph Gulino, vice presidente della Niaf. Sono convinti che i tempi in arrivo saranno interessanti. Tra i sontuosi torrioni e i lunghi corridoi della Link sembrano echeggiare i fantasmi dei dazi.
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