Italia
La pittoresca votazione per il ddl sicurezza: “Se volete fare i fascisti, ci vediamo a Colle Oppio”

Un documentario d’epoca, la seconda stagione di “Legge e ordine”. Un tuffo nel passato in piena regola, il ritorno alla magica stagione delle assemblee studentesche. In un mercoledì caldissimo di inizio estate, con i Palazzi della politica già assediati dalle bandiere per la Palestina, proprio davanti a Montecitorio, coreografia perfetta per una sceneggiatura d’antan. In pratica la riedizione di “Fragole e Sangue”, con completi sartoriali ed impeccabili tailleur, al posto di jeans strappati e zoccoli.
I richiami di La Russa
Dagli esterni, le riprese passano all’interno, stesso clima infuocato. Il tutto si consuma nell’austero emiciclo di Palazzo Madama, sotto lo sguardo attonito di un ‘preside’ severo: il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, pronto a richiamare la scolaresca più scalmanata: “Non fatemi interrompere la seduta”. Così, la sinistra giallorossa (Pd, M5S, Avs) si concede il ‘brivido’ della resistenza passiva: i senatori si sdraiano per terra con le mani alzate al centro dell’aula, “arrestateci tutti”, in una forma di disobbedienza civile a uso e consumo delle telecamere. D’altra parte, la sceneggiatura si presta a toni alti: “Arriva il regime autoritario”, ovvero il ‘famigerato’ decreto sicurezza, che alla fine passa con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un astenuto.
Tensioni accese
In Senato, in realtà, succede di tutto. Non soltanto la clamorosa occupazione: durante tutta la durata dei lavori si registrano scontri verbali, al limite del contatto fisico, tra maggioranza e opposizione. Il capoclaque è il presidente dei senatori dem, Francesco Boccia: “Il governo vuole mettere in carcere i bambini figli di madri detenute, gli studenti che manifestano, i lavoratori che scioperano”. Con l’affondo da film in bianco e nero: “Per la destra di Giorgia Meloni, la sicurezza si garantisce solo con la repressione e il carcere. È una vergogna, è una destra da regime”.
A difendere il provvedimento, il relatore di maggioranza, Alberto Balboni di FdI, Presidente della commissione Affari Costituzionali, afferma: “Sulla questione dei bambini in carcere, non si tratta di carcere, ma di istituti a custodia attenuata per le madri, dove i bambini stanno molto meglio che per strada, ridotti in schiavitù a fare l’accattonaggio”. Toni e parole che riaccendono la tensione, in particolare quando Balboni paragona “retoricamente” la minoranza alla criminalità organizzata, ricordando “le visite in carcere ai terroristi e ai mafiosi”.
A questo punto, il mite Carlo Calenda perde la pazienza: “Se vuoi fare il fascista, ci vediamo a Colle Oppio”. Il leader di Azione cerca di raggiungere il banco dove era seduto Balboni, animato da intenzioni che non sono sembrate particolarmente amichevoli; rissa evitata per un pelo, grazie al rapido intervento dei commessi. Nel filmino della giornata, conquista il suo spazio anche Matteo Renzi, che indossa metaforicamente l’eschimo: “Giorgia Meloni si sta prendendo i pieni poteri con il suo sorriso amabile, con le immagini di mamma con la figlia in braccio. Sta dando ai servizi segreti il potere di intervenire”. Intanto, la scena si sposta nella saletta dove il Presidente La Russa convoca i capigruppo. Gli umori non cambiano: l’arco delle forze che si oppongono al governo chiede tempo per esaminare ancora la separazione delle carriere dei magistrati, attesa in Aula per l’11 giugno. Le minoranze chiedono uno slittamento a settembre che, a Palazzo Madama, è improbabile venga accolto tout court. Avverte infatti il capogruppo di FdI, Lucio Malan: “Ricordo che questa riforma della giustizia è al Senato da 142 giorni”.
Il sabato con la kefiah a San Giovanni,
L’ultimo spezzone di mattinata è tutto per Fratelli d’Italia, che si concede il suo momento di gloria dopo l’Aula, con un flash mob sotto Palazzo Madama. Il titolo dello striscione è eloquente: “Lo Stato torna forte. Dalla parte delle forze dell’ordine contro abusivi, truffatori e sfruttatori”. L’attenzione infine si sposta a Palazzo Chigi, per il consiglio dei ministri: ddl concorrenza e cyberbullismo. Il “Fragole e Sangue” de noantri ha ancora due picchi d’ascolto garantiti: il sabato con la kefiah a San Giovanni, e la caccia al quorum per i 5 referendum.
© Riproduzione riservata