La triade del campo largo
Al Referendum vota Hamas: Pd, M5S e Avs il 7 giugno recitano il copione pro-Pal contro Israele
Mi dispiace per Calenda, per Sinistra per Israele, per Edith Bruck, ma “riequilibrare” gli slogan filopalestinesi o sf lare a Roma con la Stella di David è un’idea generosa e al contempo illusoria

Se non sbaglio, la “triade” del campo largo non ha mai convocato una manifestazione contro il massacro dei civili in Ucraina. Se non sbaglio, i sindaci di centrosinistra delle principali città italiane non hanno mai esposto sudari sui balconi dei palazzi comunali per ricordare le vittime di Bucha e Mariupol. Se non sbaglio, gli intellettuali che oggi abbaiano contro il “genocidio”, si sono limitati -e non tutti- a esecrare il pogrom del 7 ottobre con scarne e rituali frasi di circostanza. Se non sbaglio, oggi nessun russo quando passeggia nelle nostre strade è costretto a guardarsi le spalle per paura di essere aggredito, verbalmente o fisicamente. Se non sbaglio, chi oggi condanna la pulizia etnica nella Striscia non ha mai condannato la pulizia etnica nel Donbas e l’esodo forzato di otto milioni di ucraini dalla loro terra.
Se non sbaglio, chi oggi chiede di fermare Israele non ha mai chiesto a Hamas di deporre le armi e di dare rifugio a donne e bambini nei quattro-cinquecento chilometri di tunnel scavati con i soldi non solo dei qatarioti, ma degli europei e degli americani. Se non sbaglio, chi oggi denuncia la catastrofe umanitaria a Gaza non ha mai denunciato il sistematico sequestro di cibo da parte di Hamas per nutrire prima i brigatisti con la divisa da tartaruga ninja, che si mostrano nella loro cupa luce soltanto quando scortano le bare degli ostaggi, per poi rivendere alla popolazione ciò che rimane a prezzi da usuraio. Infatti, ma quasi nessuno ne parla, si moltiplicano i cortei di protesta, spesso repressi nel sangue, dei disperati che non ne possono più di un giogo sempre più oppressivo. La triade del campo largo dal doppio standard etico-politico, insomma, non ha le carte in regola per riempire piazze ribollenti di sdegno antisionista (me lo ha sussurrato in un orecchio anche Volodymyr Zelensky).
E, mi dispiace per Carlo Calenda, per gli amici di Sinistra per Israele per personalità straordinarie come Edith Bruck, l’idea di “riequilibrare” gli slogan filopalestinesi o di sfilare a Roma con la Stella di David è generosa ma illusoria, e sottovaluta le convenienze elettorali che hanno suggerito la scelta del 7 giugno (vigilia della consultazione referendaria) per la manifestazione. Israele è allora innocente? No, il governo israeliano non è innocente, l’ebreo israeliano non è innocente, ma perché combattono per la propria sopravvivenza. Perché il loro diritto a esistere è stato nuovamente messo in discussione da una organizzazione terroristica e dai suoi burattinai, i quali forse sperano che Gaza venga completamente distrutta per proclamare la “guerra santa” contro gli infedeli. Forse è questo che Benjamin Netanyahu ancora non ha capito, o non vuole capire.
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