Alta tensione
Il siluro di Bruce Springsteen contro Donald Trump e l’eclissi di Elon Musk. Ora i MAGA rischiano la crisi di nervi

Che ci sia maretta dalle parti della Casa Bianca è ormai più di un sospetto. I primi mesi della presidenza Trump non sono stati propriamente un trionfo e iniziano a sentirsi i primi scricchiolii. Le promesse di portare la pace nei conflitti in Ucraina e a Gaza, per il momento, restano tali, così come la grande rinascita dell’economia post dazi.
Il siluro di Bruce Springsteen
Il Wall Street Journal è sulle barricate e non risparmia bordate quotidiane per dare spazio alle voci di malcontento che iniziano a farsi sentire anche tra le fila dei repubblicani. Ma non solo. È emblematico il recente durissimo battibecco via social con Bruce Springsteen. Nella prima data del suo tour europeo a Manchester, il Boss, prima di cantare, ha lanciato un siluro in direzione Washington: “La mia America è nelle mani di un’amministrazione corrotta, incompetente e traditrice”. In risposta, il Presidente, sulla sua piattaforma Truth Social, ha apostrofato Springsteen come “uno stronzo invadente e odioso che ha sostenuto con fervore il truffaldino Joe Biden, un idiota mentalmente incompetente e il nostro peggior Presidente di sempre, che ha quasi distrutto il nostro Paese”.
Il cambio di passo con l’eclissi di Elon Musk
Nervi a fior di pelle e non è mai un buon segno quando la politica se la prende con gli artisti. Ma, al netto di questa nota di colore, sono altri i segnali ben più significativi di un cambio di passo nelle relazioni in casa MAGA. Primo fra tutti l’eclisse di Elon Musk. Dietro la messa in ombra della sua “vocazione” ai proclami continui sulla fine imminente del “Deep State”, c’è la rivincita, lenta e paziente, proprio di quei funzionari esperti dei meccanismi profondi dello Stato, che hanno ripreso inesorabilmente in mano le redini della macchina governativa e che stanno focalizzando la nuova amministrazione sugli obiettivi più nascosti e più feroci del programma MAGA. Una parte dell’anima di Trump, quella più pragmatica e anche opportunista, tiene le orecchie ben aperte ai sussurri e ai suggerimenti dei tecnici della politica. E proprio dal bisogno di compiacerli arriva la sua recente furba presa di distanza dal magnate di Tesla e la scelta di affidare le redini del dipartimento per l’Efficienza governativa, il famigerato “Doge”, a Russell Vought, da qualche tempo già alla guida dell’Ufficio management e budget, in teoria un semplice organismo consultivo che fornisce dati e numeri esatti al Congresso in materia finanziaria, in realtà una spada di Damocle sulla possibilità o meno di spesa da parte della macchina governativa.
Il richiamo delle auto elettriche
La versione ufficiale, diffusa sempre via social dal Presidente, vuole che Musk sentisse troppo il richiamo “delle sue care auto elettriche” e da qui la conseguente inevitabile separazione. Ma il fatto che Vought stia diventando una sorta di Torquemada della spesa del Congresso la dice lunga sull’inversione di rotta nel cuore della Casa Bianca. Ancor di più su quanto il mondo MAGA che circonda Trump sia ormai sul piede di guerra per le continue sparate mediatiche del mega imprenditore e affini. Ma c’è anche l’altro Trump, quello massimalista e capopopolo che deve rispondere ai propri elettori. E chi, se non il fido consigliere di sempre, il teorico del sovranismo trumpiano, l’inossidabile Steve Bannon, feroce nemico del nuovismo di Musk, è il più adatto a tenere alta la tensione?
Resistere alla tensione
Non è un caso che, in una recente intervista televisiva, Bannon abbia rilanciato con decisione l’ipotesi del terzo mandato per il presidente, con il consueto “stile” noncurante delle implicazioni costituzionali. Un tema caldo, simbolo di come Trump continui a essere il Giano bifronte che tiene in ostaggio la politica del proprio Paese e non solo. L’altalena trumpiana oscilla in modo preoccupante tra il realismo dettato dalle necessità di governare e gli impulsi libertari che sono forse il tratto più autentico del suo spirito. Quanto le istituzioni americane e il mondo riescano a resistere alla tensione resta il vero, preoccupante, mistero.
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