Patrimonio immateriale dell’umanità
La dieta mediterranea come arma di prevenzione di massa contro tumori e malattie
La dieta mediterranea fa bene e conviene. Con la sua diffusione non solo si potrebbe fare prevenzione oncologica, ma si potrebbero risparmiare il 21% delle spese sanitarie, ridurre del 47% le emissioni di CO2 relative alla dieta e del 25% il consumo d’acqua per scopi alimentari, per un risparmio di 740 Euro all’anno per persona. “Circa il 30% dei tumori può essere attribuito ad abitudini alimentari poco salutari”, ha spiegato Flavia Correale, medico dietologo, endocrinologo e pediatra alla conferenza stampa ‘Dieta mediterranea e tumori’.
Migliorare la dieta può ridurre del 70% il rischio di queste malattie oncologiche. E non solo: la steatosi epatica, più conosciuta come fegato grasso, “colpisce oltre il 40% della popolazione, ma – ha sottolineato Carmine Coppola, epatologo – si arriva anche al 90%. Una incidenza che interessa le fasce più povere, che consumano i cosiddetti cibi spazzatura perché meno costosi”.
Ai tanti che nel nostro Paese non hanno accesso al cibo di qualità va in soccorso la Legge Antispreco di Maria Chiara Gadda che “attraverso la donazione di preziose eccedenze alimentari può rispondere a bisogni sociali crescenti”. La dieta mediterranea per la deputata IV “è anche un grande volano per turismo enogastronomico e le esportazioni del made in Italy”.
Lo sa bene lo chef stellato Gennaro Esposito che attraverso le sue preparazioni rende “protagonisti gli ingredienti che aiutano la prevenzione dei tumori della pelle”. Insomma, più che una dieta per Ugo Cappellacci – presidente della Commissione Affari Sociali – è “un‘arma di prevenzione di massa” perché è proprio la prevenzione “uno dei cardini del nuovo modello di assistenza sanitaria che vogliamo costruire”. La dieta mediterranea, che dal 2010 è patrimonio immateriale dell’umanità, diventa un vero investimento sul futuro.
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