Giorgio Gherarducci e Marco Santin, una volta c’era pure il signor Carlo, che ha deciso di ritirarsi in Liguria, sono la Gialappa’s Band, dal 1985 non smettono di far ridere con intelligenza, e raffinata scorrettezza. In onda con la seconda stagione del GialappaShow, su Tv8, dove loro sono sempre le voci che muovono i fili e il Mago Forest il geniale padrone di casa.

Vi aspettavate tutto questo successo?
Gherarducci: «Proprio no! Soprattutto all’inizio, arrivare alla prima puntata al 5-6 per cento non se lo aspettava nessuno».
Santin: «Non ci aspettavamo tanta attenzione su un’altra rete, ma siamo tornati a fare quello che ci piaceva, e probabilmente c’era tanta gente che aveva voglia di tornare a vederci».
Gherarducci: «Il fatto di avere un pubblico, come dico io, con i pollici opponibili ha reso più facile questo risultato».
Dal 1985, siete sempre gli stessi?
Gherarducci: «Sempre uguali».
Santin: «Si, lavoriamo nello stesso modo».
Anche se siete rimasti in due?
Gherarducci: «Ci facciamo affiancare da un capo progetto Lucio Wilson che ci aiuta su tutto».
Santin: «Eravamo in due già da un po’ di anni».
Vi manca la terza voce?
Santin: «Per com’era la voce negli ultimi anni mi manca pochissimo, non è una cattiveria, lo sa pure il Signor Carlo, le ultime due stagioni delle Iene noi eravamo a Milano e lui a Camogli, diceva una parola per puntata, la sua voce arrivava in ritardo a volte non arrivava il segnale».
Gherarducci: «In più non aveva neanche voglia, comunque manca più nell’immaginario della gente».
Certo siete sempre tre perché c’è il Mago Forest.
Gherarducci: «Lui è con noi da vent’anni».
Qual è il suo ruolo nella vostra comicità?
Santin: «Indispensabile, Forest è il padrone di questo carrozzone. Per il programma che c’è adesso lui è fondamentale».

Come capite che un comico funziona, che ha delle potenzialità e che va bene per voi?
Gherarducci: «Se ci fa ridere».
Cosa vi fa ridere?
Santin: «Non mi fanno ridere le battute politiche o quelli che fanno le smorfie, mi fanno ridere quelli che mi fanno ridere, è molto soggettivo, da sempre la comicità è molto soggettiva».
Gherarducci: «Per lavorare con noi è necessario sorprenderci».
Santin: «Il Mago Forest dopo 20 anni riesce ancora a sorprenderci e questo dimostra quanto lui sia figo».
Quando ho lavorato con voi a Mai Dire Talk nello stesso tempo ero in onda con un talk show, mi colpì molto la differenza del dietro le quinte, nel talk show eravamo leggeri, avevamo bisogno di smorzare la tensione degli argomenti, con voi invece il backstage era serissimo, si rideva in studio ma fuori poco. Bisognava seguire il copione senza improvvisare, le battute erano tutte scritte.
Gherarducci: «Esatto, in un talk show c’è una scaletta ma poi è tutto più o meno a braccio nel programma comico è tutto scritto. Una delle cose più importanti di un programma comico è avere degli autori bravi, che vanno tutelati e ben retribuiti».
Santin: «Quello che dici mi fa molto ridere perché è vero, dietro le quinte dei nostri programmi è tutto serio, sembriamo dei rigidoni».
Siete sempre stati molto scorretti nel vostro modo di fare comicità, ma oggi con il politicamente corretto che imperversa come fate?
Santin: «È una scelta ed è stata premiata perché in un’epoca in cui nessuno dice più nulla nel nostro programma puoi trovare di tutto, mantenendo sempre il buon gusto noi diciamo cose che in questo periodo non si possono dire».
Gherarducci: «Anche con il cattivo gusto che però deve avere un senso, prendi i ragazzi Cin Cin, loro sono di cattivo gusto, sono la presa in giro delle canzoni con il doppio senso, ma noi siamo andati oltre. Dire una parolaccia per il gusto di dirla non ha senso, ma fare una cosa che è volgare ma che ha un senso si, cosi come dire una cosa scorretta, noi ne diciamo ma ce ne sbattiamo delle conseguenze, se uno si offende sono affari suoi, che non ci guardi. Pensa che c’è gente che si è indignata perché Forest facendo la parodia di Carlo Conti si è dipinto la faccia di nero e lo hanno accusato di fare la black face, ma non era una black face prendeva solo in giro uno abbronzato. Se uno è scemo e non lo capisce è un problema suo, non deve essere un problema nostro».
Santin: «Noi non calcoliamo nulla, e tiriamo fuori sempre più personaggi scomodi».
Gherarducci: «E meno male, ma non per il gusto di tirare fuori personaggi scomodi ma per fare quello che ci fa ridere».
L’incontro che vi ha cambiato la vita?
Gherarducci: «Sicuramente Forest, il comico con cui abbiamo lavorato di più, è con noi dal 2002».
L’incontro di cui vi siete pentiti?
Santin: «Credo nessuno, siamo molto attenti nella scelta di chi deve venire a lavorare con noi. Abbiamo sempre preso brave persone, alcuni sono dei veri amici».
Gherarducci: «Noi lavoriamo in gruppo, chi sta con noi deve avere questa attitudine, non abbiamo magari scelto alcuni comici perché non ci convincevano sul lato umano».
Santin: «All’inizio della nostra carriera incontrammo uno che faceva un programma radio che era molto seguito che ci disse “avrò molto spazio con voi, perché vi porto tutto il mio bacino di ascoltatori”, non aveva ancora finito la frase che ea già fuori dal programma».
Chi era?
Santin: «Non ti dirò mai il nome».
Avrete avuto la fila di comici che volevano lavorare con voi dopo i primi Mai dire.
Santin: «Si dopo i primi anni dei Mai dire per i comici venire da noi era una delle cose che volevano fare di più al mondo. Ma anche ora al Gialappa’s show la cosa bella è vedere l’entusiasmo e la felicità di esserci, di lavorare con Forest, essere in questo gruppo e crescere insieme».
Come è iniziata l’idea dei Mai Dire?
Gherarducci: «Con “Mai Dire Banzai”, c’era questa trasmissione giapponese e Giorgio Gori ci disse di provare a farci qualcosa, noi montammo le clip e venne fuori quello che conosci, da lì ci propose di pensare ad un programma sul calcio alla nostra maniera, e nacque “Mai Dire Gol”».
Santin: «Poi con il calcio ci furono problemi di diritti, ma leggevamo dappertutto che stava arrivando il Grande Fratello, capimmo la sua forza e ci facemmo mettere nel contratto che lo avremmo fatto».
Gherarducci: «Ci ha allungato la carriera per un bel po’ di anni!».
Siete stati a Mediaset dal 1986 al 2021, ma la festa per la vostra carriera in occasione dell’uscita del vostro libro “Mai dire Noi” ve l’hanno fatta in Rai, perché?
Santin: «Non lo dire a noi, anche i nostri 30 anni li ha festeggiati Fazio in Rai».
Gherarducci: «Si ma a Mediaset dove potevano farla? Non avrebbero neanche avuto un contenitore adatto per ospitarci, certo è vero che non ci hanno neanche pensato. Quando eravamo in trattativa con Tv8 ci avevano offerto di fare una specie di rimpatriata di Mai Dire Gol. Ma abbiamo preferito provare una cosa nuova e rischiare. Magari un giorno la faremo!».
Vi dico delle parole e mi rispondete di getto. Amicizia.
Santin: «Ce ne vuole a pacchi nella vita».
Gherarducci: «Tutti quelli con cui lavoriamo devono essere amici anzi potenzialmente diventarlo».
Amore
Gherarducci: «Mia moglie Licia se no mi ammazza».
Santin: «I miei figli».
Passione
Gherarducci: «Metti mia moglie ancora».
Santin: «Metti sua moglie pure per me».
Ultimo film che avete visto
Insieme mi rispondono: «C’è ancora domani di Paola Cortellesi, un film bellissimo, grande Paola».
Ultimo libro letto
Gherarducci: «Schegge di Bret Easton Ellis».
Santin: «Federico Baccomo, Cosa c’è da ridere, la storia di un giovane comico ebreo che nei campi di concentramento faceva spettacoli comici per le SS».
Ultimo viaggio fatto
Gherarducci: «Albania», ti è piaciuta? «Credo sia giustamente sottovalutata».
Santin: «Londra che è la mia città preferita nel mondo».
Se aveste solo un desiderio quale sarebbe?
Santin: «Porca miseria non si può sbagliare, allora fingo di essere una Miss Italia e ti rispondo “la pace nel mondo”».
Gherarducci: «Di andare a dormire».

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