Il vadevecum
La Procura tende la mano ai penalisti: ecco la guida al processo da remoto
Per uscire dal caos della gestione di udienze e accesso agli atti da remoto si va avanti ormai a suon di vademecum. Dopo quello del penalista telematico stilato dagli avvocati, arriva il vademecum della Procura. È una sorta di guida con indirizzi mail a cui i penalisti devono far riferimento per orientarsi nel nuovo mondo dell’informatica giudiziaria. «Comunicazioni informatiche del difensore con l’ufficio della Procura della Repubblica» è il titolo del vademecum stilato seguendo le disposizioni contenute dai decreti ministeriali adottati in questi mesi per far fronte all’esigenza di contenere gli accessi negli uffici giudiziari e limitare il più possibile i rischi di contagio.
L’auspicio di tutti è che, superate le iniziali criticità, si possa arrivare a semplificazioni che siano di vantaggio per tutti, soprattutto per le esigenze di giustizia dei cittadini. Gli avvocati penalisti sono vigili affinché nessuna misura emergenziale si traduca in una compressione del diritto di difesa. Il che tiene sempre alte la tensione e l’attenzione sul dibattito giudiziario. In sette punti la Procura di Napoli fornisce, dunque, indicazioni ai difensori per le comunicazioni con l’ufficio inquirente. Il vademecum è un segnale della presenza, tempestiva e fattiva, della Procura di Giovanni Melillo nella gestione dei passaggi necessari verso il processo penale telematico.
Il testo è frutto del lavoro di magistrati esperti in informatica giudiziaria, è redatto dal pm Fabio De Cristofaro e coordinato dal pm Antonello Ardituro. In sette punti, dicevamo, sono dettate le linee guida per i difensori nei casi in cui questi debbano depositare, per conto dei loro assistiti, richiesta di atti in relazione al registro delle notizie di reato, alla denuncia sporta da privati, alla richiesta di appuntamento con il magistrato a cui è assegnato un determinato procedimento. E ancora, in relazione alla nomina del difensore, rinuncia o eventuale revoca del mandato; al deposito di atti, documenti e istanze relativi a procedimenti assegnati a magistrati della sezione di indagine; al deposito di atti, memorie o istanze a seguito della notifica dell’avviso di chiusura delle indagini preliminari; al deposito dell’istanza di opposizione alla richiesta di archiviazione. Sono indicati gli specifici indirizzi di posta elettronica a cui indirizzare richieste e depositi di atti.
«Il portale del processo penale telematico è un’innovazione che vede favorevole adesione della Camera penale di Napoli nella misura in cui la piattaforma consenta non solo l’inoltro di istanze, memorie e documenti ma anche l’accesso diretto agli atti del procedimento in fase di discovery», spiega il presidente dei penalisti partenopei Marco Campora. «La sperimentazione del portale, partita dalla Procura di Napoli, ha avuto un esito certamente positivo e gli avvocati hanno dimostrato, nonostante le inevitabili difficoltà tecniche, di essere particolarmente virtuosi riuscendo, in brevissimo tempo, ad adeguarsi a un sistema informatico nuovo e non sempre di facile utilizzo».
La sfida per il futuro? «Il punto di approdo – conclude Campora – sarà la consultazione da remoto dei fascicoli digitali presenti al Tiap, già in fase di sperimentazione presso le Procure di Milano e Palermo. Solo la smaterializzazione del fascicolo e la possibilità di estrarre copia degli atti presso il proprio studio, senza il pagamento dei diritti di cancelleria, costituiranno un reale miglioramento delle condizioni di lavoro dell’avvocato e dell’esercizio del diritto di difesa».
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