Il timore che sul palco del Teatro Ariston si potesse parlare di politica e di temi di stretta attualità hanno convinto la Rai a fare un passo indietro. Alla prossima edizione del Festival di Sanremo 2020, in programma dal 4 febbraio, non ci sarà la giornalista italo-palestinese Rula Jebreal. L’ex volto di diverse trasmissione di approfondimento di La7 era stata contattata personalmente da Amadeus, conduttore del Festival, per affiancarlo in una delle serate.

LE REAZIONI ‘SOVRANISTE’ – La notizia, anticipata da Dagospia, aveva creato immediatamente reazioni durissime da una vasta area ‘sovranista’. L’ex parlamentare e giornalista de ‘La Verità’ Daniele Capezzone aveva scritto su Twitter a tal proposito: “Mi par di capire che con i soldi del canone Rai Rula Jebreal potrebbe essere incaricata a Sanremo di spiegarci quanto le facciamo schifo. Se poi qualcuno si lamenterà sui social, seguiranno accuse di: razzismo, sessismo, machismo. Pure nel 2020 ci avete già rotto i c*****”.

LA MARCIA INDIETRO RAI – Come riporta Repubblica, le reazioni alla possibile presenza di Rula Jebreal hanno spinto viale Mazzini a stoppare il progetto di Amadeus. Dai vertici di viale Mazzini sarebbe partito il consiglio per Amadeus di “lasciar perdere” visto che il Festival “si sarebbe trasformato in un luogo per fare politica”.

LE ACCUSE DEI RENZIANI – “Dieci donne a Sanremo 2020 ma non Rula Jebreal. Nessuno spazio ad una nuova italiana di successo. Nella narrazione sovranista stona e anche parecchio”. Lo scrive, in una nota, il presidente dei senatori di Italia viva, Davide Faraone. “La Rai, la tv pubblica, si piega al diktat di Salvini. Credo sia semplicemente vergognoso. Ho deciso di portare il caso in vigilanza Rai ed intanto denuncio pubblicamente un’autentica discriminazione di Stato. Non possiamo stare zitti”, aggiunge Paragone.

Redazione

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