Agitu Ideo Gudeta è nata in un’Etiopia senza libertà e, come tutti i figli di paesi martoriati da guerre e persecuzioni, impara presto a lottare per la libertà e a distinguere giustizia e diritti da prevaricazione e sfruttamento.

Agitu è donna forte e coraggiosa. È intelligente, aperta, visionaria e appassionata. Sceglie fin da bambina di stare dalla parte di chi rispetta la terra, la coltiva e la nutre per ricevere in cambio di che vivere. Agitu fugge per salvarsi la vita. Oromo di nascita, figlia di un’etnia da sempre perseguitata in un’Etiopia che non riconosce molti dei suoi figli, arriva a Trento per la seconda volta in vita sua per chiedere asilo, la prima era arrivata per studiare e laurearsi. Che Agitu abbia idee chiare, capacità e talento si capisce subito. Racconta la sua storia nelle scuole, in incontri pubblici ed eventi culturali. I giovani la conoscono e anche gli anziani la guardano con simpatia per l’amore che Agitu mostra per la loro montagna.

Mette radici in una terra da cui tanti giovani partono. Agitu, che ha conosciuto e amato la fatica di lavorare la terra nella sua Etiopia, trova nel lavoro in montagna dignità, appartenenza e senso. E così i primi impieghi saltuari, i primi guadagni, hanno fin da subito uno scopo chiaro che nella sua testa ha forma e gambe pronte a correre veloce. Agitu crea un’azienda zootecnica di allevamento e agricoltura biologica. Alleva e coltiva, produce e commercia prodotti che rispettano e valorizzano la montagna.

Con il Centro Astalli Trento e con altre realtà del territorio coinvolge e inserisce nella sua attività tanti giovani rifugiati: attraverso tirocini, progetti di inserimento e formazione li aiuta a trovare la loro strada. Agitu ha realizzato il suo sogno e si fa lei stessa sostegno, amica, guida di tanti rifugiati in cerca di un percorso da compiere e di qualcuno che insegni loro a riconoscerne le tracce.

Ora l’inverno della montagna avvolge ogni cosa nel silenzio e nel buio, ma Agitu e la sua gente in Trentino sanno che la vita, sotto la coltre di gelo che ci avvolge oggi, non muore ma continua a generare futuro e possibilità. Agitu è stata uccisa da un uomo che conosceva, ci resti la certezza che la sua vita è molto di più dell’orrore, di questo dolore ingiusto e inaccettabile. La sua vita è molto più della morte che le è stata inferta a 42 anni: il suo lavoro, il suo sogno restano presente e futuro nelle mani di tanti giovani cui ha dato un’occasione di felicità nelle sue valli. Ciao Agitu, ci ritroveremo in vetta, oltre le cime, oltre l’inverno.

*Responsabile comunicazione Centro Astalli

Donatella Parisi*

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