A Siracusa c’è un nuovo Tiranno, però democratico, lo ha scelto, voto dopo voto, ballottaggio dopo ballottaggio, per elezione diretta ed indiretta, il popolo. Al contrario di Gelone o Dioniso non usa la forza bruta, ma i tratti gentili dei lineamenti da Dio greco che i genitori gli hanno donato. Questo Tiranno democratico si chiama Francesco Italia, sindaco di Siracusa al secondo mandato, che l’altro giorno ha contribuito ad eleggere Presidente della provincia di Siracusa il sindaco di Ferla, delizioso paesino sugli altipiani sopra la città Aretusa, Michelangelo Giansiracusa, suo prezioso capo di gabinetto.

La coalizione messa in campo, che ha raggiunto l’ottanta per cento del totale assembleare, è totalmente di Centro, vi si ritrovano i consiglieri delle liste civiche che hanno sostenuto Italia, come la volitiva Conci Carbone, i consiglieri del deputato Carta di Grande Sicilia, sindaco di Melilli, e tutti gli altri attori di centro. I consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, non potendo colorarsi centristi, si sono gentilmente astenuti. Sembra che Siracusa sia tornata città stato, modello siciliano autonomo virtuoso, visto il consenso bulgaro ottenuto. Questo modello centrista di inclusione ed incontro si è manifestato in altre province, anche se in alcune, vedi Agrigento, è stato di scontro.

Il centro moderato in Sicilia è maggioranza assoluta, potrebbe camminare da solo, e solo la carenza di leadership e di modelli inclusivi non lo rendono modello vincente a tavolino. Questo lo aveva chiaro Berlusconi che ha sempre indicato un centrista per il governo della Regione. Siracusa ha una marcia in più, dovuta al superamento delle differenze per un progetto di valorizzazione del territorio. La sua carta vincente è stata puntare sulla Bellezza, rispetto ad altri percorsi, la valorizzazione culturale dell’enorme patrimonio di una realtà che ha oltre 3.000 anni di storia. Musei a cielo aperto, reperti greci e barocchi, un mare di una bellezza assurda, hanno convinto il turismo internazionale che compra a più non posso ville e casali, appartamenti ad Ortigia come a Noto, colline e terreni agricoli a Marzamemi o a Palazzolo Acreide.

Se alla Bellezza si aggiungessero servizi e transizioni sulle linee europee questa provincia potrebbe diventare uno dei motori di sviluppo più importanti del Sud Italia. Bisogna continuare ad attrarre investimenti e a trattenere quelli che ci sono, se non saranno siciliani pazienza. La Bellezza è un codice universale, spesso noi siciliani non lo capiamo, in parte perché troppo abituati a queste cose che non hanno più incanto per noi, e in seguito per ignoranza. Anche l’ignoranza sta diventando un codice universale, ma porta solo sottosviluppo.