Dopo l’apertura alla neutralità tecnologica del Rapporto Draghi, il Piano d’Azione per l’automotive presentato dalla Commissione europea il 5 marzo 2025 ha suscitato non poca delusione tra gli operatori. Anziché un passo avanti, sembra un incerto passo di lato, che non mette a fuoco il cuore della questione, ossia la competitività dell’industria europea e la sostenibilità delle politiche ambientali del nostro continente. L’approccio della Commissione continua a muoversi in una direzione ideologica, che punta quasi esclusivamente su elettrificazione ed e-fuel, ignorando soluzioni alternative utilizzabili già oggi come i biocarburanti avanzati, sia liquidi che gassosi, noti anche come low carbon fuel (LCF).

Le emissioni

Uno dei punti più critici riguarda infatti la revisione degli standard di emissione per i veicoli leggeri. Il documento si limita a proporre un emendamento mirato a evitare sanzioni immediate ai costruttori di auto. Ancora una volta, però, si ignora la vera questione cruciale per il riconoscimento del contributo che i LCF possono dare alla decarbonizzazione dei trasporti: la revisione del metodo di calcolo delle emissioni. Non è infatti corretto limitarsi a calcolare ciò che esce dallo scarico. Le emissioni, che entrano in un’atmosfera che non segue logiche di confini statali, devono essere calcolate sull’intero ciclo di vita dei prodotti. Alcuni LCF come il biometano per esempio hanno, lungo tutto il ciclo di vita, emissioni che sono addirittura negative.

Contrastare la povertà energetica nei trasporti

Ciò è possibile perché, in questo caso, le emissioni allo scarico sono, sì, superiori a zero, ma il processo produttivo di questi carburanti, con il recupero di materie di scarto, è capace di sottrarre dall’atmosfera più CO2 di quanta ne viene prodotta con la combustione, in fase di utilizzo. Bruxelles invece continua a ignorare questa evidenza, e insiste su un’unica direzione, perdendo l’occasione di favorire un mix energetico davvero diversificato.
Un altro paradosso poi è l’introduzione del social leasing per i veicoli elettrici. L’intento è quello di contrastare la povertà energetica nei trasporti – un problema reale – ma è paradossale dover ricorrere a sussidi per compensare l’effetto di politiche che impongono soluzioni più costose, ignorando opzioni che sono economicamente più accessibili. Se ci fosse reale apertura verso soluzioni diverse, certe misure non sarebbero nemmeno necessarie. Per una transizione davvero sostenibile, allora, è urgente un cambio di prospettiva.

Sostenibile, per tutti

L’Unione europea deve ampliare la definizione di veicoli a zero emissioni, includendo anche quelli alimentati con LCF, rivedere il metodo di calcolo delle emissioni su base “life-cycle” e applicare davvero il principio di neutralità tecnologica, evitando soluzioni che rischiano di penalizzare l’industria e gravare sui cittadini. L’automotive europeo ha bisogno di politiche concrete, non di slogan. Noi diciamo che la transizione ecologica è necessaria, ma deve essere inclusiva e sostenibile per tutti.

Sebastiano Gallitelli

Autore

Segretario Generale Assopetroli-Assoenergia