Culla della cultura e della civiltà, l’Africa rappresenta oggigiorno il continente più giovane e popoloso del mondo. La ricchezza di materie prime lo incorona come fonte essenziale dell’economia globale. Per quanto venga messo spesso alla ribalta per le sue situazioni di povertà, in realtà andrebbe messo in luce il suo sviluppo potenziale. Per questo, bisogna sottolineare il lancio dell’African Continental Free Trade Area (AfCFTA) risalente al 7 luglio scorso in Nigeria. L’accordo in questione è stato firmato da 54 paesi africani con la grande esclusione dell’Eritrea, che non ha né firmato né ratificato l’accordo.

Il Trattato di libero commercio continentale africano non è altro che un trattato internazionale che disciplina l’apertura delle frontiere e la creazione di un’area di libero scambio tra i paesi africani membri. A luglio sono stati attivati gli strumenti operativi che regoleranno il trattato, anche se in realtà non è una novità. Già nel 2018 c’è stato un grande meeting che ha portato alla fase di creazione di questo processo, ora in fase di crescita. Infatti, a marzo 2018 nel vertice di Kigali, capitale del Ruanda, sono stati ratificati gli accordi sul libero scambio continentale e il Protocollo sulla libera circolazione delle persone. Ben 44 paesi hanno firmato l’AfCFTA, salvo la Nigeria e il Sudafrica, le due maggiori economie africane. Affinché il trattato potesse entrare in vigore, però, era necessario che 22 Nazioni africane lo ratificassero. Così, un anno dopo, i paesi aderenti sono cresciuti fino a raggiungere il numero di 54.

Lo sviluppo – L’istituzione di un’area di libero commercio ha come obiettivo quello di ricalcare il modello dell’Unione europea, dove gli scopi sono in realtà molteplici: rimuovere le tasse doganali, incentivare verso una nuova economia competitiva, creare nuovi posti di lavoro e, soprattutto, introdurre la libera circolazione attraverso l’istituzione di un passaporto digitale che consentirebbe alle persone di attraversare liberamente il continente africano.

La fase di sviluppo di questo progetto prospetta da qui al 1 luglio 2020 un notevole progresso. Considerando che i paesi africani commerciano più con l’Europa che tra di loro, questa potrebbe essere una grande opportunità non solo per l’Africa ma anche per l’economia e lo sviluppo globale.