Per l’omicidio indagate le due figlie e il fidanzato della maggiore
Laura Ziliani, dopo il ritrovamento del corpo l’ipotesi: “Uccisa a casa e portata in montagna”
Laura Ziliani, ex vigilessa di Temù in provincia di Bergamo, quella passeggiata in montagna come era solita fare, forse non l’ha mai fatta. Ma c’è un dettaglio che non convince gli investigatori: le telecamere di videosorveglianza non hanno mai catturato la donna per quelle viuzze la mattina dell’8maggio quando di Laura si sono perse le tracce. Al vaglio un’ipotesi agghiacciante: che Laura non sarebbe mai uscita di casa e che il suo corpo sia stato spostato in montagna dopo la morte.
Gli investigatori lavorano dunque all’ipotesi di omicidio con il movente economico. Come riportato dal Mattino, gli inquirenti stanno facendo accertamenti sul patrimonio immobiliare della vittima, una decina tra appartamenti e case. Le figlie avevano infatti il progetto di realizzare dei bed and breakfast ma Laura avrebbe avuto qualche remora. Attualmente le figlie di Laura Ziliani e il fidanzato della maggiore sono indagati per concorso in omicidio volontario e occultamento di cadavere.
“È stata uccisa e sepolta”, continua a ripetere il sindaco di Temù, Giuseppe Pasina, che non ha mai creduto all’ipotesi dell’incidente. Poi il torrente avrebbe restituito il corpo di Laura l’8 agosto dopo le forti piogge che lo avevano ingrossato. L’autopsia e la tac sul cadavere hanno escluso la presenza di fratture compatibili con la caduta in un burrone, come si era ipotizzato all’inizio. Per capire la causa del decesso occorreranno altre analisi, tra cui quelle tossicologiche e anche quelle degli organi interni per valutare la possibilità di un avvelenamento.
A insospettire ancora di più gli investigatori è il ritrovamento dello smartphone di Laura a casa. Secondo chi la conosceva bene, la donna non sarebbe mai uscita da sola di casa per andare in montagna senza portare con se il cellulare. Aveva perso il merito proprio in montagna, morto sotto il peso di una slavina e così aveva deciso di trasferirsi in città. Ma con Temù restava un legame forte, tanto da volerci tornare tutti i fine settimana. Non convince gli investigatori la versione delle figli di laura che hanno denunciato la scomparsa della madre che era uscita di casa per andare in montagna.
“Laura conosce bene queste montagne, così come i pericoli. Non sarebbe mai andata via di casa senza telefono e senza accendere il gps”, spiega un’amica dell’ex vigilessa, poi impiegata negli uffici comunali di Roncadelle. “La sua grande preoccupazione – aggiunge – era la figlia mezzana che ha un po’ di problemi e che seguiva sempre”.
Madre e figlia si erano viste l’ultima volta il 7 maggio, Laura era partita dalla sua abitazione nel quartiere Pendolina in città. Si sarebbero riviste il giorno dopo o al massimo in occasione della festa della mamma: la vittima aveva organizzato una gita in montagna con le figlie. Un’escursione che non è per mai avvenuta.
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