Chissà se in questi giorni, in coerenza con i loro slogan, i tifosi della sinistra impazziscono per il caldo, mentre quelli della destra lo attraversano sereni. Perché nello stadio politico italiano, anche i 40 gradi hanno un colore. Se sudi e ti lamenti, sei un allarmista apocalittico adepto di Greta. Se invece resisti e citi filosoficamente l’estinzione dei dinosauri e le glaciazioni, sei di destra. Un virile negazionista climatico che piuttosto si squaglia ma non cade nelle trappole di von der Leyen.

Che tempi, ragazzi. Gli schieramenti dell’assurdo non ti fanno annoiare mai. Non è solo la meteorologia ad aver perso la qualifica di scienza per diventare militanza. C’è anche la medicina. “Ne usciremo migliori”, sognavamo ai tempi del Covid. In realtà, fu proprio allora che esplose il vizio di buttare tutto in caciara politica. Negli anni, un buon contributo l’avevano già dato gli schermi tv, che si inseguivano sul terreno della rissa. Urla e insulti fanno audience, e l’audience traina la pubblicità. Poi irruppero i social media. E dopo l’iniziale afflato umanitario, si fecero strada le trovate di Zuck e soci: il traffico porta quattrini, e l’algoritmo del conflitto permanente porta traffico. Il Coronavirus del 2020 fu il detonatore perfetto per la saga del complottismo, all’insegna del “non ci fanno sapere che…”. Da neutro presidio sanitario, mascherine e vaccini si tramutarono in test di lealtà ideologica. Chi portava le FFP2 e si iniettava due o tre dosi di Pfizer era, a seconda dei casi, un patriota o un servo dello Stato. Chi si rifiutava era un criminale o un eroe della libertà. I numeri? Ospiti sgraditi, allora come ora.

Le politiche green con le varie transizioni energetiche, altro terreno di scontro all’ultimo sangue. Un’isola pedonale, un limite di velocità o una pista ciclabile hanno il potere di scatenare le opposte curve. La bicicletta, ad esempio, non è più un mezzo ma un programma elettorale. Se pedali, sei progressista ed ecosostenibile. Se guidi un SUV, un boomer reazionario. E la plastica? Se la separi sei un radical chic. Se butti tutto insieme, un sovranista del cassonetto.

Non si salva niente. Ma finché si parla di riscaldamento globale, carne sintetica, smart working o ZTL, ci si può illudere che i danni siano limitati. Poi però in gioco entrano la vita vera e i diritti profondi delle persone. Come nel caso degli omosessuali o del gender fluid, dove il tifo da spalti offende il rispetto e la dignità. O come l’immigrazione, diventata ormai un pretesto per l’odio e non più una questione che riguarda donne, uomini, bambini in carne e ossa. O come la sicurezza. Qualche settimana fa, in Puglia, un brigadiere dei CC alle soglie della pensione non ha esitato un istante a inseguire dei criminali. Nell’attimo in cui una pallottola fermava la sua vita, non avrà certo pensato al derby squallido fra i leoni della “polizia fascista” e i profeti del manganello facile. Avrà pensato solo a sua moglie, alle sue figlie, alla sua divisa, al suo dovere.