«Viviamo in un mondo molto più hobbesiano che kantiano, in cui spesso gli interessi e la forza superano i valori e i diritti e in cui la regola è sempre più spesso la competizione, non la cooperazione. L’Unione europea è nata e cresciuta in un altro mondo. In quello attuale, invece, l’Ue rischia di fare la fine del vaso di coccio tra i vasi di ferro».

Una fotografia nitida della situazione dell’Europa in questo delicatissimo passaggio storico l’ha scattata Nicoletta Pirozzi nel libro “L’Europa matura”, (144 pagine, Linkiesta Books, in libreria e anche disponibile sul sito de Linkiesta). L’autrice ha messo in questo volumetto proprio tutto quel che c’è da sapere sul bivio cui l’Europa si trova di fronte: o proseguire sulla strada dell’integrazione e delle riforme in un quadro mondiale in continua evoluzione o arretrare verso lidi sovranisti con conseguenze imprevedibili.

«La tenuta di questo progetto è stata messa a dura prova dalle crisi del passato ed è ancora minacciata dalle conseguenze di quelle più recenti: non soltanto la pandemia e l’aggressione russa all’Ucraina, ma anche la Brexit, la pressione migratoria, il cambiamento climatico, l’erosione dello Stato di diritto. Eppure, tutte queste crisi ne hanno anche favorito la crescita, accendendo scintille per la sua maturazione e avverando la profezia di Jean Monnet secondo cui “l’Europa sarà forgiata nelle crisi e sarà la somma delle soluzioni adottate per quelle crisi”».

Pirozzi dirige il programma sull’Unione europea dell’Istituto Affari Internazionali (IAI) di Roma ed è una competente di prim’ordine riguardo a questi problemi. Scrive bene: «Per i padri fondatori, il progetto europeo ha incarnato un’idea di pace, realizzata sulle macerie della Seconda guerra mondiale e mantenuta per più di settant’anni. Per me e per le altre persone nate negli anni Ottanta, ha incarnato un’idea di libertà, quella che sentivi quando salivi sul primo volo low cost che ti portava in qualche capitale europea o quando lasciavi il nido per il tuo Erasmus.

A mio figlio e ai suoi coetanei, spero che l’Unione europea possa garantire una società democratica in cui godere appieno di diritti civili e sociali, un ambiente vivibile e sostenibile grazie a energie pulite e a stili di vita ecologici, uno spazio di stabilità e benessere per realizzare le loro ambizioni personali e professionali e un modello di integrazione multiculturale e di solidarietà che possa ancora attrarre e ispirare il mondo fuori»: in queste parole si racchiude tutto il senso della sfida storica del Vecchio continente, una sfida che passa certamente per il voto del 9 giugno ma che va bene al di là delle elezioni europee.
Per questa ragione, il libro di Pirozzi è molto utile: perché aiuta a scrutare cosa potrebbe venire, o non venire, dopo il voto europeo.