Se si scrive “Aylo”, pochi tra i non addetti ai lavori sapranno di cosa si tratta. Eppure, chi è immerso nel mondo dei media digitali conosce bene questa realtà: Aylo si definisce “creatore e innovatore delle piattaforme di intrattenimento per adulti online più avanzate”, ma, nella sostanza, è la più importante azienda al mondo nella creazione, gestione e distribuzione di contenuti pornografici.

L’impatto di Aylo

Non si tratta solo di un marchio, ma di un vero e proprio colosso tecnologico che ha ridefinito i confini dell’intrattenimento adulto e, più in generale, dell’intero ecosistema digitale. Per comprendere l’impatto reale di Aylo e delle aziende simili, è necessario fare un passo indietro e osservare come l’intrattenimento per adulti abbia, negli ultimi decenni, avuto un ruolo chiave nell’evoluzione dei media e delle tecnologie. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il porno non è un segmento marginale o isolato: è stato spesso la leva che ha spinto l’adozione di nuove piattaforme, formati e modelli di business.

Porno, dalla carta ai vhs

Tutto ha inizio con la carta stampata. Le riviste soft porno come Playboy, Penthouse e Playmen hanno segnato una svolta culturale e commerciale negli anni ’60 e ’70. I loro editori furono sottoposti a sequestri, denunce e processi. Da lì, il passo verso la produzione audiovisiva fu breve. La guerra tra Betamax e vhs, vinta da quest’ultimo, fu decisa anche dal fatto che le produzioni porno scelsero in massa il formato vhs per distribuire i propri contenuti. Negli anni ’90, con la diffusione dei lettori dvd, la storia si ripeté. Con la nascita della tv satellitare e della televisione a pagamento, il porno mantenne il suo ruolo di motore economico. In molti casi, i guadagni derivanti dai pacchetti “Cinema”, “Calcio” e “Adult” erano le principali fonti di sostentamento. Con lo sviluppo esponenziale di internet, il panorama è cambiato radicalmente. I contenuti per adulti sono diventati praticamente ubiqui, accessibili da qualsiasi dispositivo connesso. Siti gratuiti, piattaforme di condivisione video, social network dedicati all’erotismo: l’accesso alla pornografia si è “democratizzato”, e ha creato nuove sfide per i produttori tradizionali.

L’industria del porno

La gratuità dei contenuti ha minato la redditività dei vecchi modelli basati sulla vendita o sull’abbonamento. Allo stesso tempo, ha spinto l’industria a innovare: sono nate piattaforme sempre più sofisticate, dove il rapporto diretto tra creatori di contenuti e utenti ha rivoluzionato il concetto stesso di pornografia. Aylo, in questo contesto, ha saputo imporsi come leader non solo in termini di quantità di contenuti, ma anche per la capacità di sviluppare tecnologie proprietarie: algoritmi di raccomandazione, realtà virtuale, intelligenza artificiale, blockchain per il tracciamento dei diritti d’autore. Non è un caso se molte delle tecnologie oggi comuni nei servizi digitali sono state sperimentate, testate e perfezionate nel settore dell’intrattenimento per adulti. Il video on demand, la trasmissione in streaming, i pagamenti sicuri online, i sistemi di affiliazione e monetizzazione, fino ai sistemi di verifica dell’età e di tutela della privacy: tutti questi strumenti sono nati o hanno avuto una spinta decisiva grazie all’industria del porno.

Nel corso del tempo, il porno è stato anche un banco di prova per l’adozione di nuove interfacce e modalità di fruizione. La realtà aumentata, la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale – tutte tecnologie oggi applicate in ambiti diversissimi, dal gaming alla medicina – hanno trovato nell’intrattenimento per adulti un primo spazio di sviluppo e applicazione. Chi guarda al porno come a un fenomeno marginale o degradante, non coglie il quadro più ampio: si tratta, in realtà, di una lente attraverso cui osservare l’interazione tra desiderio umano, cultura, economia e innovazione.