La California continua a bruciare. Da mercoledì le fiamme hanno invaso la Baia di San Francisco, rendendo inagibile l’abitazione della zona. Il culmine degli incendi si è avuto la notte tra domenica e lunedì, andando ad aumentare i dati già allarmanti: 12mila ettari distrutti, due milioni di persone senza corrente e oltre 200 mila sfollati. Lo stato di emergenza ha messo in allerta il governatore Gavin Newsom, il quale ha garantito tutti gli aiuti possibili per arrestare le fiamme e aiutare le persone colpite. Nonostante gli sforzi dei pompieri impiegati nello spegnimento degli incendi, i venti molto forti stanno rendendo difficile contenere la devastazione dell’area. Soltanto il 10 % delle fiamme, infatti, sono state domate. Il timore è che, per quanto si riesca a gestire la situazione, le correnti possano ingrandire gli incendi colpendo zone sempre più vaste. Ricoprire l’intera area sta diventando sempre più complesso, considerando che ci sono alcune zone non colpite da anni e, di conseguenza, molto rigogliose. Anche la croce rossa e i volontari sono stati attivati per aiutare gli evacuati nelle strutture appositamente allestite.

La zona nei pressi di Los Angeles è stata tra le più colpite dai roghi. Un incendio si è, infatti, propagato sul lato ovest dell’Interstate 405. Tra gli evacuati troviamo anche il famoso cesista dei Los Angeles Lakers, James LeBron. Su twitter il giocatore di basket ha informato il popolo social dell’accaduto in qualità di testimone e persona costretta a lasciare la propria abitazione di Brentwood. In una serie di post, LeBron ha aggiornato i suoi seguaci sui suoi spostamenti, dato che ha dovuto lasciare la sua abitazione per rifugiarsi con la sua famiglia in un posto più sicuro. Ma il suo pensiero è principalmente rivolto alle persone danneggiate dalla devastazione. Infatti, il Getty Fire è stato considerato come uno degli incendi più preoccupanti degli ultimi anni. I soccorritori e le autorità stanno cercando di tenere sotto controllo la situazione sperando che si riescano a coprire quante più zone possibili e permettere di risolvere i problemi legati al black out.