Ludopatia, shopping compulsivo, trading online e abuso di tecnologie, sono forme di dipendenza senza sostanza – dette new addiction – che hanno un impatto molto evidente sul budget familiare, esponendo i cittadini e le famiglie a problematiche legate a sovraindebitamento e al rischio di essere vittime di fenomeni di usura ed estorsione.

Per conoscere questi temi e sensibilizzare l’opinione pubblica è nato il progetto “Dipendenze: NO, Grazie!” dalla Global Thinking Foundation, finanziato dalla Banca d’Italia, che si è tradotto nel primo documentario che racconta questi fenomeni, con la regia di Federico Toscano da una idea di Serena Spagnolo e Martina Gangi, presentato stamattina all’Università degli Studi di Palermo.

Raccontato per capitoli, attraverso numerose voci di istituzioni e associazioni, intervallate dal racconto di storie vere, mette in luce il lavoro svolto nel Comune di Palermo e, in particolare nei quartieri Kalsa, Montegrappa-Santa Rosalia, Borgo Vecchio e Brancaccio, caratterizzati da situazioni legate a forme di esclusione e disagio sociale, dove sono stati costituiti 4 sportelli di ascolto e supporto per una costante azione di prevenzione, sensibilizzazione e recupero dei soggetti affetti da dipendenza, per diventare luoghi di dialogo e punto di riferimento per ragazzi e giovani.

Una narrazione di circa 34 minuti che evidenzia la complessità e la multifocalità del fenomeno, e sottolinea l’importanza di affrontare il problema con un’ottica innovativa, che metta al centro la persona, la costruzione della sua identità, la capacità di esercitare il pensiero critico e quella di proiettarsi nel futuro per fare scelte consapevoli.

«Parlare di dipendenze senza sostanza vuol dire prendere in considerazione e affrontare, contemporaneamente aspetti legati alla salute, legali, finanziari e sociali, concentrando l’attenzione sulle dinamiche relazionali, educative e comportamentali per coordinare l’azione più efficace», ha dichiarato Claudia Segre, presidente e fondatrice della Global Thinking Foundation.

Tra i problemi più gravi c’è il gioco d’azzardo, con numeri impressionanti. Nel 2021 sono stati giocati legalmente in Italia 111 miliardi di euro, segnando un +21% rispetto al 2019, coinvolgendo 20 milioni di persone tra i 18 e gli 84 anni, di cui 1,5 milioni con profilo patologico.

Le persone coinvolte difficilmente denunciano, anche in famiglia ci si vergogna, e i casi aumentano nei momenti di difficoltà, un mondo fatto soprattutto di disoccupati e pensionati.

E poi c’è il trading online percepito come un gioco, le criptovalute e il dark web, fino allo shopping compulsivo, di cui ne soffre il 5% della popolazione italiana, soprattutto di donne tra i 30 e i 40 anni.

«Sulla base dei risultati provenienti dall’analisi dei dati emersa dal processo di valutazione complessivo realizzato sul territorio – ha spiegato il professor Gioacchino Lavanco, Direttore del Dipartimento di Sppeff, Università degli Studi di Palermo – è stato possibile individuare alcuni spunti utili a promuovere delle buone prassi per il futuro, estendibili alla prevenzione dei comportamenti di spesa disfunzionali, connessi a meccanismi di addiction».

 Un progetto della durata di 19 mesi, che ha portato alla stesura di un manifesto sul valore dell’educazione della comunità condiviso tra i partner come impegno costante da portare avanti sul territorio, un patto di comunità che verrà condiviso con le scuole e gli stakeholder in tutta Italia (consultabile qui).

Il problema delle dipendenze senza sostanza è un fenomeno che si caratterizza per la multidimensionalità, che prende in considerazione e affronta, contemporaneamente e in maniera imprescindibile, aspetti sanitari, giuridici, finanziari e sociali, concentrando l’attenzione sulle dinamiche relazionali, educative e comportamentali.

La povertà (materiale ed educativa), le disuguaglianze, il bisogno di dimostrare/avere potere e successo a tutti i costi e, non meno importante, il desiderio di riscatto e di accettazione sociale da parte degli altri, il denaro, il suo uso e il valore che gli viene attribuito, sono aspetti che devono essere presi tutti in considerazione nell’affrontare il fenomeno.

Un aspetto cruciale su cui fondare le strategie di intervento riguarda la persona, la costruzione della sua identità, la capacità di esercitare il pensiero critico e quella di proiettarsi nel futuro per fare scelte consapevoli.

I numeri del progetto: 2 borse di studio, 24 partner, di cui 4 istituzioni e 6 ordini professionali; 7 scuole e 3 parrocchie coinvolte, 11 eventi; 10 attività/laboratori; 150 famiglie segnalate dai servizi sociali del Comune di Palermo; 1 manifesto; coinvolti 600 ragazzi, 30 insegnanti/formatori, 30 operatori sociali e sanitari, 150 professionisti e 300 cittadini.