Ne aveva già parlato a giugno, con un editoriale pubblicato su molti quotidiani internazionali a firma di molti leader mondiali: è necessario un nuovo patto finanziario globale di lotta alla povertà e ai cambiamenti climatici, perché per avviare una vera transizione ecologica, necessaria per mitigare gli effetti del cambiamento climatico che potrebbero avere conseguenze devastanti proprio sui Paesi più poveri, servono risorse finanziarie ingenti che aiutino le economie più deboli a metterla in atto.

In questi giorni, alla vigilia della partenza del G20 in India, l Presidente francese Emmanuel Macron è tornato sull’argomento con un intervento firmato con due leader africani, Azali Assoumani, presidente delle Comore ma soprattutto dell’Unione Africana, e Bola Tinubu, Presidente della Nigeria.

Il Vertice di Parigi – si legge – ha dimostrato il nostro obiettivo: un mondo in cui la povertà sia eliminata, la salute del nostro pianeta sia preservata e i Paesi vulnerabili siano meglio equipaggiati per affrontare le crisi derivanti dal cambiamento climatico e dai conflitti. Per raggiungere questi obiettivi, dobbiamo sfruttare tutte le fonti di finanziamento, compresi gli aiuti ufficiali allo sviluppo, le risorse nazionali e gli investimenti privati. Inoltre, dobbiamo rimanere uniti. Per evitare la frammentazione, la governance dell’architettura finanziaria internazionale deve essere trasformata per renderla più efficiente, più inclusiva, più equa e adatta al mondo di oggi”.

Quattro i principi dichiarati come fondanti di questa nuova governance dell’architettura finanziaria internazionale: “nessun Paese deve scegliere tra la lotta alla povertà e quella per la protezione e la conservazione del pianeta; a fronte di esigenze diverse, i Paesi potrebbero dover perseguire percorsi di transizione diversi; sono necessarie maggiori risorse finanziarie per sostenere le economie vulnerabili, sollevando le loro popolazioni dalla povertà e proteggendo al contempo il pianeta; infine, le sfide globali di oggi dipenderanno dall’aumento dei flussi di capitale privato verso le economie emergenti e in via di sviluppo.”

L’editoriale è stato firmato anche dal primo ministro spagnolo Pedro Sánchez, dai Presidenti dello Zambia Hakainde Hichilema, del Kenya William Ruto, del Senegal Macky Sall, dell’Egitto Abdel Fattah al-Sisi, del Benin Patrice Talon e infine dal primo ministro delle Barbados Mia Mottley.

 

 

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