Esteri
Macron vola in Marocco: la cruciale visita di Stato per porre fine alla disputa sul Sahara occidentale

Se in Medio Oriente si va verso un’escalation del conflitto, nella parte nord-occidentale dell’Africa invece c’è chi lavora con l’arma della diplomazia per risolvere una disputa figlia della Guerra fredda e degli anni Settanta. La prossima settimana, infatti, il presidente francese Emmanuel Macron si recherà in visita di Stato in Marocco. Ufficialmente, dal 28 al 30 ottobre, il rappresentante dell’Eliseo sarà a Rabat per rilanciare le relazioni bilaterali dopo tre anni di crisi acuta tra i due paesi. In realtà si tratta di una visita che darà un grosso contributo per mettere la parola fine alla disputa sul Sahara occidentale.
Dopo il riconoscimento da parte degli Stati Uniti e della Spagna del Sahara come parte integrante del regno marocchino, decine di paesi arabi e africani (e in ultimo anche europei) hanno seguito lo stesso esempio. A oggi oltre 112 paesi membri dell’ONU, tra cui 20 membri dell’Unione europea, sostengono il piano di autonomia marocchino presentato nel 2007 per quella regione. Più di 30 nazioni hanno inoltre aperto consolati nelle città di Laâyoune e Dakhla. Il programma del viaggio prevede che al suo arrivo Macron sarà accolto dal re Mohammed VI e il giorno successivo parteciperà a una cena di Stato al Palazzo Reale.
Il capo di Stato francese dovrà tenere un discorso anche al Parlamento marocchino e incontrare la comunità francese. Si tratta di un avvenimento importante non solo per gli equilibri regionali in Africa ma anche per quelli mediorientali. Il Marocco è infatti l’unico paese nordafricano ad aver aderito agli accordi di Abramo ed è rimasto al suo interno nonostante l’acuirsi della crisi di Gaza. Inoltre il monarca di Rabat è presidente della Commissione per Gerusalemme, tramite la quale garantisce il suo sostegno alla popolazione palestinese con l’invio di aiuti a Gaza. Secondo quanto spiega Moussaoui Ajlaoui – esperto del Centro Studi sull’Africa e sul Medio Oriente (Ames-Center) e docente dell’università di Rabat – al Riformista, l’importanza di questo riconoscimento francese “risiede nel fatto che Parigi è il secondo paese all’interno del Consiglio di sicurezza, dopo gli Stati Uniti, che apertamente sostiene la sovranità del Regno sulle sue province sahariane”. Questa nuova posizione francese è infatti “una risposta al discorso tenuto da Mohammed VI nel 2021 in cui il Sovrano ha espresso il desiderio di inaugurare una tappa senza precedenti nelle relazioni tra i due paesi che seguano le orme della Spagna”, pur rilevando che “i francesi hanno sempre sostenuto l’Iniziativa per l’autonomia dal 2007 in seno al Consiglio di Sicurezza”.
Questa visita “riflette la profondità delle relazioni bilaterali, basate su un partenariato solido e radicato” con il “desiderio comune” di “rafforzare i legami multidimensionali che uniscono i due paesi”, ha assicurato il gabinetto reale di Rabat in una nota. Il 30 luglio la Francia ha aperto la strada al riavvicinamento bilaterale sostenendo il piano di autonomia del Marocco per il territorio conteso del Sahara Occidentale, considerandolo “l’unica base” per risolvere il conflitto di quasi 50 anni con i separatisti del Polisario. Questo sostegno francese ha irritato l’Algeria, che sostiene il Polisario, e ha portato Algeri a richiamare il suo ambasciatore in Francia.
Questa occasione apre prospettive di rinnovamento economico e commerciale per le imprese francesi, che negli ultimi anni avevano adottato una posizione più cauta a causa di diverse controversie diplomatiche. Secondo fonti di Rabat, l’aspetto economico dominerà i futuri accordi tra Marocco e Francia durante questa occasione. Sebbene l’elenco dei ministri e dei funzionari che accompagneranno Macron non sia ancora confermato, i media francesi parlano di “contratti militari”, in particolare riguardanti elicotteri e sottomarini Caracal, anche se non è stata ancora data alcuna conferma ufficiale della presenza del ministro francese delle Forze Armate, Sébastien Lecornu.
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