Escono le intercettazioni dell’affaire Palamara sui giornali e scoppia il caos nel mondo politico e della magistratura. Nella Rete dell’ex presidente dell’Anm sono finiti tutti: colleghi giudici, politici e finanche il Colle. Uno scandalo tutto italiano che ricordiamo deriva dall’intercettazione di tipo informatica con il Trojan che per mesi ha monitorato il cellulare di Palamara. Una situazione, quella della magistratura politicizzata, su cui si dibatte da anni, ma che ora risulta più torbida per il coinvolgimento di giornalisti e, come annunciato nel mese di febbraio 2020 con una esclusiva dal blog Matricedigitale del data journalist Livio Varriale, circa l’affiliazione di magistrati al mondo dell’intelligence sia italiana che straniera, le forti pressioni che le spie esercitano sulla magistratura stessa. Per gli appassionati dei complotti, la strana coincidenza con l’esplosione di questo scandalo delle toghe nel Bel Paese è certamente singolare se pensiamo che qualche settimana prima c’è stato il cosiddetto ObamaGate in cui l’Italia risulterebbe coinvolta per aver prestato i suoi servizi al disegno ordito dai Democrat contro Trump per la questione del RussiaGate, rivelatasi infondata.

In merito a questo polverone, si è effettuata una ricerca OSINT su Twitter con la parola magistratura, csm, palamaragate, magistratopoli e giornalistopoli partendo dal 24 maggio al 29 e ne è derivato un risultato complessivo di 13.500 tweets pubblicati sul tema che hanno racimolato 158.716 like, 17.248 retweets e 57.758 commenti.

TOP TWEETS

E’ abbastanza chiaro il fatto che ad aver raccolto consensi sulla vicenda sia stata la destra per due motivi in particolare: il primo perché la maggior parte dei giudici, dei giornalisti e dei politici coinvolti aderisce ideologicamente alla sinistra mentre la seconda causa risiede nelle intercettazioni dove alcuni magistrati offendevano e complottavano contro Salvini per la questione Open Arms che vede il leader della Lega sottoposto al giudizio del Senato per andare a processo, nonostante la Giunta del Senato abbia respinto l’istanza. Cosa ancora più singolare è il silenzio dei soliti influencer che vertono ideologicamente a sinistra su cui spicca però @GianricoCarof che totalizza più di 11.000 like con: Salvini chiede a Mattarella di sciogliere il CSM. Il presidente non ha questo potere (vedi art.31 legge Csm). Se uno che ha fatto il ministro non lo sa, se è così ignorante, c’è da preoccuparsi. Se lo sa, e dunque la richiesta è in totale malafede, c’è preoccuparsi di più.

Giorgia Meloni al secondo posto con 3.585 preferenze cita il sindaco di Napoli De Magistris per avallare il suo consenso personale: Dopo lo scandalo Palamara, De Magistris dichiara in tv che il CSM gli impedì di indagare sulla trattativa Stato/mafia perché coinvolta anche la sinistra. Solo noi pensiamo che sia necessaria una riforma della Giustizia che stabilisca la separazione dei poteri in modo definitivo?

Chiude il podio Daniele Capezzone che invece invoca ironicamente l’intervento del capo dello stato Mattarella ed ottiene 3200 like: ++Importante e dura posizione del Capo dello Stato, Presidente del Csm, contro lo scandalo delle intercettazioni dei magistrati. Forte richiamo a terzietà e imparzialità++ Ah no, scusate. Mi dicono dalla regia che il Quirinale non si è espresso. Ps Qui non si insulta, si ragiona

SOMMA LIKE

Il grafico invece mostra la somma totale di preferenze acquisite con i post sul tema e notiamo come Carofiglio abbia superato con un’unica pubblicazione Salvini, ma notiamo anche che una portatrice di consensi a sinistra come Selvaggia Lucarelli non sia riuscita a portare avanti le ragioni del suo giornale, il Fatto Quotidiano, coinvolto nello scandalo. Presenti molti esponenti della Lega, come la Siciliana Patrizia Rametta, e testate vicine alla lega come Imola Oggi e La Verità.

MENTIONS

Matteo Salvini risulta quello più menzionato rispetto al vincitore della classifica dei like Gianrico Carofiglio che lo segue al secondo posto. Al terzo figura il Quirinale bersagliato da un vero e proprio malumore social, Seguono Guido Corsetto per la sua posizione indignata sulla vicenda ed il Fatto Quotidiano per la presenza nelle intercettazioni di Marco Travaglio descritto da Palamara come una risorsa dei Servizi Segreti, la cui ira del pubblico si è anche riversata in minima parte sul giornalista Andrea Scanzi. Bene Quarta Repubblica di Nicola Porro che ha ospitato il Direttore del Riformista Sansonetti a discutere sul tema, unitamente a Repubblica considerato come il megafono della magistratura dal pubblico social ed infatti ha un valore simile a quello del Partito Democratico nelle citazioni.

HASHTAGS

Gli argomenti portanti della vicenda sono stati #csm #Palamara e #Palamaragate. #QuartaRepubblica con il direttore Sansonetti ha riscosso maggior successo social rispetto a #PiazzaPulita che ha visto Davigo e Caiazza scontrarsi sul tema della giustizia. Tutte le trasmissioni Mediaset, quelle che hanno sensibilizzato di più sul tema, in lista con #staseraitalia e #fuoridalcoro seppur con un ruolo marginale, mentre la presenza di #OpenArms ricorre proprio per il presunto complotto ordito ai danni di Salvini da parte di una cerchia di magistrati che gli costerà, forse, un processo.

L’analisi evince come su magistratopoli molti giornalisti e le rispettive redazioni, compresi gli influencer, non hanno calcato la mano sul tema per sfumare le polemiche e destinarle al dimenticatoio. Quello che invece emerge dal sentimento social è una ribalta di Salvini dinanzi l’opinione pubblica con la figura del Presidente della Repubblica danneggiata perché inerme, per il momento, su un questione così spinosa che nemmeno l’ideologo Piercamillo Davigo pare essere riuscito a difenderne l’onore e la credibilità.