Il pm Catello Maresca, al momento sostituto alla Procura Generale di Napoli, potrà candidarsi a sindaco. Nessuna legge glielo impedisce, potrà essere l’uomo del centrodestra alle prossime elezioni nel capoluogo campano. A confermalo, dopo la decisione della Commissione, è il plenum del Csm. Una decisione che ha comunque spaccato il Consiglio Superiore della Magistratura.

La motivazione del plenum spiega che Maresca ha “pieno diritto di candidarsi per competizioni elettorali amministrative in Campania, comprese quelle relative al Sindaco della città di Napoli”. Nessuna irregolarità nei contatti, che vanno avanti da mesi, con esponenti politici per una sua discesa in campo, e che non vanno ritenuti “illeciti o comunque forieri di pregiudizio all’indipendenza ed all’imparzialità del magistrato”. Caso archiviato dunque: come d’altronde già preannunciato.

Il punto è, come ha spiegato anche a questo giornale in un’intervista il deputato Pierantonio Zanettin, membro della commissione Giustizia della Camera. La Prima Commissione del Csm aveva chiesto al plenum di archiviare il fascicolo aperto dopo la segnalazione del procuratore generale di Napoli Luigi Riello per verificare se vi fossero gli estremi per l’avvio di una procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità. Quattro i voti a favore dell’archiviazione – quelli dei Nino Di Matteo (indipendente) e Paola Braggion (Magistratura Indipendente) e dei laici Emanuele Basile (Lega) e Alessio Lanzi (Forza Italia) – due quelli contrari – le consigliere Ilaria Pepe (Autonomia e Indipendenza) e Elisabetta Chinaglia.

Proprio la Commissione del Csm aveva sottolineato la mancanza di una norma che “precluda ai magistrati di candidarsi per competizioni di natura amministrativa all’interno del circondario o del distretto nel quale esercitino o abbiano esercitato le proprie funzioni”. L’articolo 60 del decreto legislativo 267 del 2000, lo consente a condizione – avevano ricordato i consiglieri – che i magistrati che si candidano “si dimettano, si trasferiscano o si collochino in aspettativa non retribuita entro il giorno fissato per la presentazione delle candidature”.

La decisione del plenum ha comunque spaccato i consiglieri: 12 i voti a favore, 9 i contrari, dopo che era stata bocciata la richiesta di un ritorno in Commissione della pratica per ascoltare Riello e il presidente dell’Ordine degli avvocati. Durissimo il commento sul caso del Procuratore generale di Napoli Luigi Riello: “Basta con i treni andata e ritorno tra magistratura e politica, con i pm super-star che frequentano i talk-show. Io li vedo come una negazione”, aveva osservato Riello durante la conferenza stampa on-line di presentazione dell’anno giudiziario 2021. Secondo il presidente della Corte di Appello di Napoli tra magistratura e politica “meno rapporti ci sono, meglio è”. Se poi si decide di entrare in politica, ha aggiunto, “allora decidi anche di aderire a una fazione e di apparire”, due elementi, secondo De Carolis, “che poco si conciliano con la figura del magistrato”. Per Riello, infine, “un magistrato non può candidarsi nel luogo dove esercita l’azione inquirente”.

Maresca è lanciato verso la candidatura alle prossime comunali a Napoli. Il coordinatore della Lega in Campania Valentino Grant, appena insediato dal segretario Matteo Salvini, ha confermato al Corriere del Mezzogiorno: “Conosco e stimo Catello Maresca che per Napoli e i napoletani potrebbe fare tantissime belle cose. È un candidato civico e non vogliamo attaccargli bandierine: ne parleremo con gli alleati, ma per me in ogni caso il bene di Napoli viene prima dell’interesse di partito”. Anche se Fratelli d’Italia caldeggia l’opzione Sergio Rastrelli, avvocato, figlio dell’ex presidente della Regione Antonio Rastrelli.

Antonio Lamorte

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