Nel frangente di massimo rischio, quando Mussolini, a seguito del rapimento e dell’omicidio di Giacomo Matteotti, temette veramente di perdere il potere conquistato prima con la marcia su Roma poi con la vittoria nelle elezioni dell’aprile 1924, il maggiore alleato del Duce fu una donna, Margherita Sarfatti, storica dell’arte, sua amante e confidente, ideatrice della Biennale di Venezia, protettrice e musa di pittori e scultori che hanno fatto la storia dell’arte del primo Novecento italiano.
È Margherita che getta le basi del mito mussoliniano in Europa e negli Stati Uniti. Lo fa con un libro in lingua inglese – The life of Benito Mussolini – pubblicato nel 1925 in Gran Bretagna e l’anno successivo in Italia col titolo ‘Dux’. La biografia, autorizzata dal Duce in persona, venderà oltre un milione e mezzo di copie e verrà tradotta in diciotto lingue, giapponese e turco comprese.

Devi sapere che i sei mesi successivi all’assassinio di Matteotti furono un calvario per il capo del governo, attaccato sia dai duri e puri dello squadrismo provinciale guidati da Farinacci che dall’opposizione costituzionale aventiniana cui dal novembre si aggiunse Giolitti. Margherita si preoccupa di rafforzarne l’immagine all’estero, soprattutto in quei Paesi che all’inizio del secolo hanno assunto il ruolo di grandi potenze. Un’operazione intelligente, strategica, complicata, nella quale l’ebrea veneziana profonde risorse e relazioni di rilevanza vitale.
Dux è un’agiografia di Mussolini, un panegirico dell’uomo che ama profondamente dal 1912. Addirittura Margherita inventerà per lui antenati nobili.
‘Ancora oggi esiste in Bologna una via dei Mussolini, ed esisteva un arengo e una torre. Del casato, che certo venne dal mestiere di fabbricanti o venditori di finissimi lini provenienti da Mossul d’Asia…’
Il ritratto che dipinge del Duce non ha ombre, a tratti ha anche il merito di cogliere la verità di un carattere solitario, ambizioso, senza amici, pronto a sfidare ogni regola è ad usare ogni mezzo pur di conservare la guida dell’esecutivo. Il dittatore in potenza.
‘Il polemista, l’artista, l’uomo politico innamorato delle rischiose avventure spirituali, predilige gli effetti drastici…invasato da una grande idea, è intimamente intollerante di ogni opposizione. Bellissima cosa la tolleranza, ma l’uomo che nutre un grande piano, il costruttore vero non può non guardare con odio chiunque molesta, avversa la sua idea forza’.

Nondimeno la Sarfatti coglie un punto decisivo della storia del secolo. Lo fa nelle primissime pagine della biografia quando parla di Lenin e di Mussolini e del futuro del continente.
‘La guerra non era stata un avvenimento militare ma la scossa di assestamento di un ordine sociale instabile. E i veri eroi appaiono sul proscenio, gli artefici del nuovo ordine, Nicola Lenin e Benito Mussolini, rappresentanti di due mondi, l’elemento orientale e occidentale nella civiltà d’Europa’.
Uno sguardo lungo quando in pochi – il libro viene scritto a partire dall’agosto del 1924 su suggerimento di Prezzolini – avrebbero scommesso sulla tenuta del Duce e su un domani certo per la nascente Unione Sovietica.
La propaganda fece il resto, Margherita fu pian piano isolata e allontanata. Inizia il tempo di Claretta Petacci.