La community italiana di sola voce Clubhouse è in subbuglio dalla giornata di giovedì. Il nuovo social network ha infatti chiuso il profilo di Mario Adinolfi e di fatto ha messo il bavaglio ai gruppi che gestiva.

Il leader del Popolo della famiglia, infatti, fin dalla nascita della versione italiana è presente su Clubhouse e lo si trova nelle room più disparate a parlare degli argomenti più trending del momento. Insieme al gruppo “la voce d’Italia” fondata dal ex grande fratello Andrea Spadoni, ha dato vita a una delle room più chiacchierate e longeve di Clubhouse “Boomers commentano la notizia del giorno” in cui ogni giorno per più di 4 ore si affrontano argomenti di attualità.

Tra i temi trattati dalla room di Adinolfi ci sono stati la legge Zan, l’omosessualità, i diritti della comunità lgbt, il razzismo. Proprio questo ha scatenato più volte l’ira da parte di molti altri utenti di Clubhouse che attraverso hanno infuocato le discussioni e i dibattiti senza esclusioni di colpi.

Ieri il colpo di scena e il ban da parte di Clubhouse del profilo di Adinolfi. Le politiche del giovane social network prevedono l’utilizzo dello strumento della segnalazione dei profili. E questo sembrerebbe quello che è accaduto: un gruppo di utenti si sarebbe coalizzato attraverso strumenti esterni per inviare delle segnalazioni di massa a Clubhouse al fine di ‘cacciare’ Adinolfi.

La solidarietà è trasversale. Giorgio La Porta su Twitter ha lanciato un hashtag che è subito diventato trending con più di 47 mila retweet. Moltissime room sono state aperte per dare supporto ad Adinolfi e parlare delle intolleranze e gli scontri verbali sono stati durissimi.

Il Riformista ha raggiunto Mario Adinolfi che ha dichiarato: “Comunque non aprirò un nuovo account. Io rivoglio il mio, non ho violato le regole e non le aggirerò”. La vicenda apre anche un nuovo fronte: il ban non può seguire la regola delle segnalazioni di massa.

Avatar photo

Esperto di social media, mi occupo da anni di costruzione di web tv e produzione di format