Una notte violentissima a Cantù, dove in piazza Garibaldi ieri sera è scoppiata una maxirissa con circa 60 coinvolti, tra cui alcuni esponenti di baby gang locali. Bottigliate, lanci di transenne, calci, pugni e coltellate. Il tragico bollettino riporta due feriti in modo gravissimo: un 44enne è stato operato all’ospedale Sant’Anna di Como a causa di gravi lesioni alla milza, mentre un 33enne è stato ricoverato e ora si trova in coma farmacologico. Una terza persona, un ragazzo di 29 anni, è stato portato all’ospedale ma ha poi firmato per essere dimesso.

Maxirissa a Cantù, fermati tre ragazzini

I carabinieri insieme alla polizia locale stanno indagando su quanto avvenuto, visionando anche le immagini delle telecamere di zona e ascoltando i testimoni. E nel tardo pomeriggio di oggi sono arrivati i primi fermi: tre ragazzini di 14, 16 e 17 anni sono stati arrestati con l’accusa di tentato omicidio aggravato in concorso.

I tre ragazzini, secondo le accuse, avrebbero partecipato alla rissa tenendo fermi e dando alcuni calci agli aggrediti, mentre un altro uomo maggiorenne li feriva col coltello. Anche l’uomo è stato identificato, con i carabinieri che lo stanno cercando.

Maxirissa a Cantù, il commento di Salvini

A commentare quanto avvenuto il segretario della Lega Matteo Salvini. “Nessuna tolleranza per i delinquenti, anche se sono minorenni” ha detto il vicepremier, che una volta probabilmente avrebbe accusato il ministero dell’Interno per quanto avvenuto. Oggi non può, visto che il ministro al Viminale è Matteo Piantedosi. “Gravissimo quello che è successo nelle ultime ore in piazza Garibaldi a Cantù, con una violenta rissa con decine di persone coinvolte e tre feriti gravi. Massimo sostegno agli investigatori, nessuna tolleranza per i delinquenti anche se sono minorenni” ha detto Salvini.

Comitato per l’ordine a Como

Le indagini proseguono, mentre intanto il prefetto di Como Andrea Polichetti ha convocato per domani mattina una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza dopo la maxirissa. Presente anche il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni: “La piazza di Cantù è un luogo di socialità, di aggregazione, di comunità e simbolo del lavoro della nostra terra: chi pensa di trasformarla in una arena di violenza, criminalità, regolamenti di conti e di risse con l’uso di lame e coltelli, si piegherà alla legge. Chi ritiene di essere il padrone criminale della notte a Cantù e in altri territori della provincia comasca, troverà una risposta dello Stato e delle istituzioni durissima e ferma. Difenderemo le nostre città e le nostre comunità locali iniziando a rafforzare fin da subito la prevenzione e il controllo dei territori anche durante le ore notturne”.

Redazione

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