Alla base della tragedia ci sarebbero le gravi condizioni del primogenito
Medico in pensione uccide moglie, figlio disabile e figlia, poi si toglie la vita: famiglia sterminata a L’Aquila

Ha ucciso a colpi di pistola la moglie e i due figli, poi si è tolto la vita. Strage familiare a L’Aquila dove un medico di 70 anni, da poche settimane in pensione, avrebbe portato a termine la tragedia in seguito alle gravi condizioni di salute di uno dei due figli, disabile e attaccato a un respiratore. Tragedia scoperta intorno alle 13.30 del 31 marzo in una villetta alla periferia del capoluogo abruzzese ma che risalirebbe a diverse ore prima.
L’autore è il medico aquilano Carlo Vicentini, primario di urologia nell’ospedale di Teramo fino al mese scorso. Sul posto sono intervenuti gli agenti di polizia, con la Scientifica che ha avviato i rilievi, e il magistrato di turno. Ad allertarli parenti e amici che, preoccupati dalle mancate risposte al telefono, hanno deciso di recarsi presso la villetta dove la famiglia risiedeva. La porta d’ingresso è stata aperta grazie a una copie delle chiavi in possesso di uno dei familiari. L’arma che Vicentini ha utilizzato – secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa – era regolarmente detenuta. E’ una delle indiscrezioni emersa nella fase dei primissimi rilievi che la Polizia sta effettuando nell’abitazione dove è andata in scena la tragedia.
Secondo una prima ricostruzione il professionista ha ucciso il figlio Massimo 43 anni, disabile e attaccato ad un respiratore, la figlia più piccola Alessandra, 36 anni, e la moglie. Da chiarire il movente: non è ancora chiaro che si sia trattato di un raptus o di un gesto premeditato dovuto alle gravi condizioni di salute del primogenito.
“Siamo devastati. È una tragedia inspiegabile, il professor Vicentini era andato in pensione circa un mese fa dopo aver lavorato nella nostra azienda nel reparto di urologia a gestione universitaria. Dopo il pensionamento il reparto è tornato a gestione ospedaliera, ma ha continuato con il lavoro impostato dal medico” ha fatto sapere il direttore generale della Asl di Teramo Maurizio Di Giosia.
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