A Katharina Johanna Zeller, neo sindaca di Merano, è necessario riconoscere la buona fede e, al contempo, anche una discreta dose di ingenuità, che la esposta a una tempesta di critiche non ultima quella postata dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che suoi social ha scritto: “il Tricolore non è un ornamento. È il simbolo vivo dell’unità nazionale, della nostra storia e dei valori fondanti della Repubblica (…) Onorare il Tricolore significa onorare la Patria, con rispetto, dedizione e orgoglio. Sempre”. La reprimenda di Meloni è legata al gesto di Zeller di sfilarsi immediatamente la fascia che il suo predecessore Dario Dal Medico, sconfitto nel turno di ballottaggio, le aveva appoggiato sulla spalla. Una scelta frettolosa che la Zeller paga a caro prezzo e che per la sua esperienza con la dimensione politica non avrebbe dovuto assolutamente fare.

Le reazioni

Quel gesto è diventato in poche ore virale ed è stato ferocemente condannato senza appello dagli utenti della rete. Per avere una misura reale dell’ondata di indignazione è sufficiente pensare che il post pubblicato dall’account Instagram in cui la Zeller ha provato a chiarire le ragioni di quella sua reazione, ha raccolto in tre giorni seimila commenti, di cui ben il 90% negativi. Adesso, per leggere adeguatamente questi dati occorre sottolineare che l’account della prima cittadina altoatesina contava al momento della vittoria elettorale, poco più di 2.300 follower, quindi solo quel singolo post ha generato una mole di interazioni tre volte superiore all’ampiezza del fandom. Del resto, la shitstorm non ha risparmiato neanche il profilo attivo su Facebook. Infatti, anche qui il comunicato stampa giustificativo postato per provare a mettere una pezza, ha incassato più di tremila commenti, a fronte di una media di poco più di 20, raggiunta durante l’ultimo mese di campagna elettorale. Così come per il post di Instagram anche quello di Facebook ha fatto registrare una percentuale di reazioni contrarie assai vicina al 90%.

La toppa più dannosa del buco

Insomma, come spesso capita in queste situazioni, la toppa si è rivelata più dannosa del buco. Ma l’errore più grande e, per certi aspetti, più grossolano in cui è caduta la sindaca è stato un altro. Un errore che scorrendo la sua biografia politica poteva e doveva tranquillamente evitare, perché la Zeller ha ricoperto la carica di vice sindaco del comune in provincia di Bolzano dal 2021 al 2025, è figlia di Karl Zeller, più volte eletto deputato e poi senatore della Südtiroler Volkspartei che dopo 24 anni trascorsi a Roma, tra Camera e Senato, non si è ricandidato alle elezioni politiche del 2018.

Per la verità, in quella tornata venne eletta in Senato, l’ex moglie di Zeller e mamma di Katharina, Julia Unterberg. Questa solida palestra politica avrebbe dovuto farle comprendere già da tempo una regola fondamentale: chi riveste una carica istituzionale ha una dimensione spiccatamente pubblica, anche in un comune come Merano o nel più piccolo centro dell’Appennino. Chiunque si trovi a ricoprire un incarico politico deve tener a mente che ogni suo gesto, azione, dichiarazione o anche il suo silenzio ha una carica comunicativa che non può esser mai sottovalutata. Oltremodo, ai nostri giorni dove è sufficiente uno smartphone per parlare al mondo.

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Domenico Giordano è spin doctor per Arcadia, agenzia di comunicazione di cui è anche amministratore. Collabora con diverse testate giornalistiche sempre sui temi della comunicazione politica e delle analisi degli insight dei social e della rete. È socio dell’Associazione Italiana di Comunicazione Politica. Quest'anno ha pubblicato "La Regina della Rete, le origini del successo digitale di Giorgia Meloni (Graus Edizioni 2023).