L’intelligenza artificiale è nell’immaginario comune un campo della ricerca accademica, una frontiera della scoperta scientifica, una minaccia o una promessa nel mondo del lavoro e dei servizi. È più raro che possiamo pensare all’AI come ad un aspetto estremamente concreto e tangibile nella nostra vita. Quando un operatore ci risponde dall’altra parte della cornetta o dello schermo o quando riceviamo la valutazione di un curriculum per un’offerta di lavoro, pensiamo di interloquire e interagire con altre persone. Oggi, in realtà, possiamo darlo sempre meno per scontato. Sempre più frequentemente sono delle macchine a svolgere lavori e mansioni comuni, a rispondere alle nostre domande, ad analizzare le grandi quantità di dati. L’intelligenza artificiale entra nella quotidianità delle nostre esperienze con ritmi sempre più accelerati e con ripercussioni difficilmente prevedibili sulle nostre vite.

Di questo tema si è parlato nella sessione pomeridiana della Scuola di formazione politica “Meritare l’Europa”. Il professore e imprenditore Matteo Flora ha dialogato con 500 giovani under 35 provenienti da tutta Italia e dall’Europa sulle prospettive e i problemi aperti dell’intelligenza artificiale. Un tema che interessa prima di tutto il mondo del lavoro, le sue fragilità, ma anche la necessaria rincorsa verso l’innovazione e il progresso. L’intelligenza artificiale rappresenta una grossa incognita per la realtà professionale, un fattore di profondo cambiamento. Forse molti stage e lavori diventeranno superflui, lasciando spazio a lavori più creativi. Le macchine renderanno sempre più efficienti, accurate, estremamente rapide alcune attività. Ma non possiamo dimenticare che portano con sé l’impronta dell’uomo, il suo sistema di pensiero, di valori, la sua visione il mondo. E questo si ripercuote nel modo in cui l’intelligenza artificiale opera, prova a risolvere i problemi.

Come ogni innovazione, anche l’intelligenza artificiale comporta dei rischi. Ci domandiamo allora: è possibile tutelare il cittadino tramite leggi che regolamentano l’utilizzo e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale? Flora ha sottolineato che il mondo dell’AI è un mare molto difficile da arginare. Sebbene esistano già alcune leggi (vedi GDPR, DSA, DMA), entra in gioco il tema della supremacy: dove l’Europa potrebbe fermarsi per tutelare la privacy, ci sono potenze che non interrompono la loro corsa verso la supremazia mondiale tecnologica. Entra in gioco poi il tema del singolo cittadino: siamo disposti a rinunciare ad alcune tecnologie in nome della regolamentazione e della tutela? Riportiamo alla memoria del lettore il noto caso chatGPT in Italia.

Se l’AI ha molte potenzialità che ciascuno di noi, direttamente o indirettamente, ha toccato con mano, è vero anche che l’AI solleva molte problematiche. Primo fra tutti il tema del lavoro già citato sopra. I problemi etici, e di diritti: chatGPT è stata allenata sui contenuti trovati su internet. E monetizza su una proprietà intellettuale che non verrà remunerata (ad esempio è in grado di riprodurre lo stile di un artista). O viene allenata su contenuti falsi (il mondo di internet contiene anche quelli). E allora ecco che torniamo ai problemi di regolamentazione e di tutela.
Tra le potenzialità e i problemi dell’intelligenza artificiale ci sono anche quelli legati all’apprendimento. Come possono reagire scuole e università?

Se è vero che l’AI è un mare che non si può arginare, si possono invece sfruttare le sue potenzialità. Flora ha posto l’attenzione sul beneficio che ne può trarre il supporto alla didattica. Le università e le scuole dovranno essere in grado di spostare l’apprendimento da cognitivo a ragionativo. Il tema dell’intelligenza artificiale è un tema complesso. E, come ci ha ricordato Flora, se esiste una soluzione semplice ad un problema complesso, allora non è una buona soluzione. Non ci resta che continuare a parlarne, a discuterne, a formarci per acquisire conoscenza, consapevolezza e metodo per affrontare passo dopo passo le sfide che l’AI ci pone davanti.

La giornata è proseguita con una lezione del sindaco di Palermo Roberto Lagalla, in dialogo con Davide Faraone, deputato di Italia Viva. Poi cena e i consueti tavoli di lavoro con i parlamentari.

Allegra Tonnarini ed Emanuela Dotti

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