La violenza a Napoli
“Mi hai ripreso?”, ragazzini pestano coetaneo dopo lite su WhatsApp: denunciati
“Mi hai ripreso?”. E’ quanto chiede all’amico che sta girando il video uno dei componenti del branco subito dopo aver rifilato un ceffone a un coetaneo, vittima della follia del gruppo. Quasi una decina i ragazzini che, a turno, gli rifilano schiaffi, calci, pugni in un giardinetto pubblico nella zona dei Colli Aminei a Napoli.
Un filmato di una violenza inaudita finito che da ore sta girando su Facebook e WhatsApp. Risate, sfottò e violenza nei confronti di un giovane malcapitato che prova inutilmente a sottrarsi alla violenza del gruppo. Alcuni indossano le mascherine protettive per l’emergenza coronavirus, altri ne sono sprovvisti. Tutti però si coalizzano e iniziano a perseguitare il ragazzino. Hanno tutti un’età compresa tra i 12 e i 16 anni.
Alcuni di loro cercano di fermare le violenze. Altri continuano a rifilare schiaffi a turno nonostante il giovane con gli occhiali e una maglietta arancione ripete di aver “chiesto scusa” a quelli che considera suoi amici.
LE DENUNCE – I fatti risalgono allo scorso 8 maggio e oggi, sabato 16 maggio, la Quarta Sezione della Squadra Mobile di Napoli ed il Commissariato Arenella hanno proceduto alla denuncia in stato di libertà di 5 minori di età compresa tra i 14 e i 17 anni, per i reati di minacce aggravate e lesioni aggravate, commessi nel pomeriggio dell’8 maggio scorso all’interno della pineta sita in viale dei Pini, zona Arenella, ai danni di un tredicenne. E’ stato, inoltre, denunciato un minore di anni 13 per il reato di cyberbullismo, per aver ripreso e divulgato le immagini dell’aggressione.
INDAGINE LAMPO – Gli investigatori della Polizia di Stato, appresa stamattina la notizia della divulgazione di un violento video avente ad oggetto un’aggressione da parte di un gruppo di ragazzi ai danni di un minore, hanno avviato indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, che hanno condotto all’identificazione dei presunti autori dei suddetti reati, ed al sequestro degli apparati telefonici loro in uso. Da quanto emerso, il motivo della violenta aggressione è da ricondurre ad un litigio occorso all’interno di un gruppo whatsapp per futili motivi tra la vittima ed uno degli aggressori. Quest’ultimo, dopo ripetute minacce sui social, ha deciso di vendicarsi, con l’ausilio degli altri minori coinvolti, attirando con l’inganno la vittima nel luogo ove sono avvenuti i fatti.
LE REAZIONI – “Mi è appena stato girato – scrive sui social la consigliera comunale Laura Bismuto – un video agghiacciante, di scene di bullismo e di violenza gratuita tra adolescenti del mio quartiere, dei Colli Aminei, della cosiddetta Napoli bene. Un branco di forti con i deboli, accanitisi su uno, uno soltanto”. Poi aggiunge: “Come madre, prima che come consigliera comunale e come presidente della Commissione Giovani e Polizia locale della città di Napoli, non avrò pace finché non saranno individuati gli attori di questo orrore e intercettati i genitori di queste anime miserabili. Non è mai piacevole parlare in questi termini di giovanissimi, ma in questo caso parliamo di giovani con molta probabilità fortunati, di ragazzi probabilmente cresciuti in contesti agiati e forniti di tutti gli strumenti. Ho già allertato le forze dell’ordine. Scene di questo tipo non ne voglio vedere mai più”.
Sulla vicenda è intervenuto anche Gennaro Acampora, consigliere della III Municipalità di Napoli Stella-San Carlo all’Arena: “La cosa paradossale, che dalle voci si sente qualcuno che dice mi hai ripreso mentre lo picchiava, altri che si facevano forti con ulteriori calci e pugni solo perché erano in tanti contro uno.
L’età è di ragazzi minorenni. Una cosa assurda un atto di bullismo schifoso alla luce del sole.
I cittadini tutti, le persone che conoscono i fatti non possono restare indifferenti a tutto ciò.
Bisogna denunciare, bisognerà coinvolgere maggiormente le forze dell’ordine perché credetemi chi si comporta in quel modo è da delinquente ed oggi sono schiaffi un domani, potrebbe essere altro”.
Poi l’appello ai genitori: “Parlate con i vostri figli, chi sa vada dai carabinieri. Chi vuole mi contatti in privato. La sicurezza anche di chi è più indifeso deve essere una questione morale per tutti”.
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