Bloccati con le catene di ferro prima di ricevere bastonante a ripetizione sulla schiena riprese in video inviati ai familiari con la richiesta del pagamento di migliaia di dollari (circa 12mila) per il loro rilascio. E’ quanto denuncia sui social, mostrando filmati raccapriccianti, “Refugees in Libya“, la rete che tenta di supportare i rifugiati rimasti intrappolati nell’inferno della Libia, in quei lager dove i migranti vengono torturati di continuo prima di ottenere, dietro il pagamento di somme ingenti, la possibilità di poter salire un barcone alla volta dell’Europa o di tornare nel Paese africano d’origine.

I video in questione, che riguardano due ragazze e tre giovani di Eritrea ed Etiopia, sono stati registrati dai carcerieri di Beni Walid, uno dei luoghi più atroci in Libia, già finito nei report Onu ‘grazie’ alle orribili torture registrate. La richiesta alle famiglie dei giovani in questione è quella di pagare 12mila dollari a testa per ottenere il rilascio dei prigionieri. “Siamo in contatto con un interprete per aiutare la nostra squadra sul posto a parlare con le vittime – dicono gli attivisti – Finora abbiamo ricevuto resoconti terribili di abusi sulle donne da parte di milizie ubriache, giorno e notte”.

Attivisti che dicono di aver allertato anche “le autorità di Tripoli già da molte ore ma nessuno ci ha risposto”, aggiungendo che tra i cinque prigionieri ci sono anche minori. “Adam Mehamed ha solo 16 anni ed è tra coloro che vengono torturati per la bellezza di 12mila dollari americani. Finora – sottolineano – abbiamo ricevuto resoconti terribili di abusi sulle donne da parte di milizie ubriache, giorno e notte”. Nei filmati si vedono miliziani bastonare in continuazione i ragazzi in questione, che già presentano diverse cicatrici sulla schiena.

Redazione

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