Meritare l'Europa: le voci degli studenti sui temi d'attualità
Migranti, per Italia e Francia è doveroso fare squadra
Italia e Francia sono nazioni rivierasche affacciate sul Mediterraneo, la cui cooperazione non può che avvantaggiare gli sforzi europei in Africa e in Medio Oriente.

Durante una delle lezioni all’università il nostro professore di Relazioni Internazionali ci disse che il rapporto tra Francia e Italia, nonostante i legami culturali ed artistici, è da sempre abbastanza travagliato. Una serie di eventi sembrerebbe confermarlo, a partire dal 1881 con il cosiddetto “schiaffo di Tunisi”. Bisogna però fare un passo indietro, e capire il ruolo complessivo che la Francia ha rivestito e che tenta di mantenere ancora oggi.
Un tempo nazione militarmente più forte al mondo, oggi quella francese è una visione – da taluni chiamata non correttamente grandeur – che mira a proiettare Parigi su un piano di rilevanza a livello internazionale. Una nuova politica coloniale? No, semplicemente è così che funziona nelle relazioni internazionali. Il problema è che, malgrado vi siano elementi che consentano alla Francia di ragionare in questi termini, sono stati commessi degli errori. Tra questi il non aver compreso il cambio di paradigma avvenuto in Africa, dove Cina e Russia sono riuscite ad acquisire un peso sempre più manifesto senza incontrare difficoltà; da sommare alla catastrofica situazione libica.
Fin qui potrebbe sembrare che Parigi sia responsabile di diverse gravi mancanze internazionali; ma questo ragionamento vuole mettersi sul piano opposto e, pur denunciando errori evidenti, far capire che è la Francia che è stata spesso disdegnata dall’Europa. In fondo si incolpa la Francia di essere ciò che l’Europa non riesce a diventare: un attore internazionalmente ambizioso. Parigi possiede ancora territori d’oltremare che le consentono di effettuare missioni navali quasi in tutto il globo, e mantiene basi militari in settori chiave come Gibuti.
Inoltre è volontà francese mantenersi al passo con le principali sfide derivanti dall’innovazione tecnologica, come dimostrato dal poco conosciuto programma di rafforzamento delle capacità belliche nel Quarto Dominio e l’ammodernamento in senso digitale dei sistemi di supporto per la fanteria. Più in generale la cultura strategica francese si focalizza sulla costruzione di visioni di lungo periodo che in Europa non sembrano più trovare spazio.
Quali prospettive dunque? La nuova attenzione sul tema migranti pare congelare le solite tendenze, ma è necessario un cambio di passo. L’Italia può costruire una solida relazione con la Francia, per consolidare il centro dell’Europa. Entrambe sono nazioni rivierasche affacciate sul Mediterraneo, la cui cooperazione non può che avvantaggiare gli sforzi europei in Africa e in Medio Oriente. Non si tratta solo dei “frères d’Italie” di Apollinaire, ma degli oltre cinquecento chilometri di confine che impongono di fare squadra, dando l’esempio al resto dell’UE.
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